Basta spulciare il profilo facebook di D.T., il 25enne ferito da tre degli otto colpi d’arma da fuoco che gli sono stati indirizzati la notte scorsa a Ponticelli per comprendere che il giovane orbita intorno al clan De Micco.
Il curriculum del 25enne è perfettamente in linea con quello dei tanti giovani confluiti nel clan De Martino ribattezzato “XX” che nel novembre del 2017 fu chiamato in fretta e furia a raccogliere la pesante eredità dei De Micco, sensibilmente rimaneggiati da un blitz che aveva tradotto in carcere le figure apicali del clan. A dar man forte a Salvatore De Martino, unico rampollo della famiglia rimasto a piede libero e per giunta minorenne all’epoca dei fatti, furono i giovanissimi cresciuti nei rioni come il Fiat, il Lotto 10, il rione Incis, rispettando e osannando la figura di Antonio De Martino detto “XX”, fratello di Salvatore e temuto sicario del clan De Micco. Un esercito di soldati al debutto sulla scena camorristica, radunati intorno alla figura di un coetaneo acerbo e inesperto, al loro pari, seppure appartenente ad una delle famiglie d’onore più temprate di Ponticelli. Giovani incensurati o a carico dei quali figurano piccoli precedenti penali, con nessuna esperienza in materia di malavita. Anche a carico del 25enne finito nel mirino di un killer la scorsa notte figura un unico precedente per reati minori.
E’ uno dei luoghi più contesi dai clan in lotta per il controllo dei traffici illeciti, il Lotto 10, il rione che giace alle spalle di via Eduardo Scarpetta, la strada teatro del raid andato in scena la scorsa notte mentre il 25enne si trovava sotto casa della fidanzata. Proprio in quel rione, Carlo Esposito detto Kallon aveva iniziato a taglieggiare i commercianti e a detenere il controllo del business della droga, in seguito alla sua scarcerazione, avvenuta di recente. Esposito è stato giustiziato da Antonio Pipolo all’incirca un mese fa per rendere esecutiva un’epurazione interna al clan De Micco-De Martino. Quando ha bussato alla porta dell’abitazione di Esposito, in pieno giorno, Pipolo si è trovato davanti Antimo Imperatore, il tuttofare del rione che stava montando una zanzariera e ha ucciso prima quest’ultimo e poi l’affiliato al suo stesso clan. Pochi giorni prima, Pipolo aveva partecipato alla festa di compleanno di Esposito nello stesso appartamento in cui ha fatto irruzione per ucciderlo. Poche ore dopo il duplice omicidio, Pipolo si è costituito e ha iniziato a collaborare con la giustizia. Un evento inaspettato e imprevedibile, destinato a ridisegnare gli equilibri camorristici, dentro e fuori al clan De Micco-De Martino.
Seppure all’indomani dell’omicidio di Esposito e dell’innocente Antimo Imperatore tutto lasciasse presagire che le due compagini fossero pronte ad impugnare le armi e non solo per animare la faida contro i De Luca Bossa, ma anche per dare il via ad una guerra intestina al clan, negli ultimi tempi diversi segnali suggeriscono che i De Micco e i De Martino possano aver optato per la pax armata. Almeno fino alla notte scorsa.
A poche ore di distanza dall’ultimo agguato andato in scena a Ponticelli, l’unico dato certo è che la camorra è tornata ad impugnare le armi.
Il giovane ferito la notte scorsa da tre proiettili a un braccio e a una gamba è assai legato ad Antonio Autore, una delle figure più espressive del clan De Micco, così come comprova una foto pubblicata sul suo profilo facebook che lo ritrae proprio in compagnia di quest’ultimo, mentre è alla guida di una moto.
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Un dettaglio che ben si presta a plurimi scenari investigativi.
L’agguato è maturato mentre le figure apicali del clan De Martino sono in vacanza in diverse località balneari particolarmente ambite dai giovani, così come provano le foto pubblicate sui social network.
Di contro, lo zoccolo duro del clan De Luca Bossa ha rinunciato al pit stop estivo per sopperire ad una serie di esigenze imposte dalle circostanze, in primis continuare a marcare il territorio sfidando i rivali. Le incursioni a bordo di moto e scooter da parte del commando capeggiato da Christian Marfella si verificano quotidianamente nelle roccaforti dei rivali. Il fratellastro di Tonino ‘o sicco, attualmente detenuto ai domiciliari e monitorato a distanza con il braccialetto elettronico, dalle 18 alle 20, può beneficiare di un quotidiano scampolo di libertà che puntualmente utilizza per mostrarsi in pubblico. Le sue scorribande sono puntualmente segnalate ed è tutt’altro che difficile riconoscere i membri del gruppo che lo affianca, in quanto sfilano a volto scoperto.
Vogliono essere riconosciuti, perchè vogliono essere temuti. Vogliono che gli acerrimi nemici colgano quel guanto di sfida, quotidianamente sventagliato sotto i loro occhi, apparentemente impassibili.
Non è da escludere che l’agguato andato in scena la scorsa notte possa essere maturato nell’ambito di questo scenario, seppure l’ipotesi della faida interna tra i De Micco e i De Martino, all’indomani del pesante omicidio di Carlo “Kallon” Esposito, resta sempre una pista da non trascurare.