E’ durata meno di un mese la latitanza di Pasquale Ronza soprannominato “Calimero”, il 33enne ritenuto contiguo al clan Minichini-De Luca Bossa, nonchè genero di Domenico Amitrano, elemento di spicco della malavita ponticellese.
Nel corso della giornata di giovedì 4 agosto, i Carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, nei confronti di Ronza, gravemente indiziato del reato di estorsione, in concorso con il 34enne Mario Chiummariello, già tratto in arresto, aggravato dal metodo mafioso per aver commesso il fatto al fine di agevolare l’attività dell’associazione camorristica Minichini-De Luca Bossa, operante nel territorio orientale di Napoli e nei comuni di Cercola e Pollena Trocchia.
Ronza si era reso irreperibile all’incirca un mese fa ed è stato rintracciato dai militari dell’Arma nel quartiere Vomero di Napoli.
Il provvedimento cautelare è stato emesso in seguito ad una complessa attività d’indagine, avente ad oggetto la compravendita di voti che sarebbe avvenuta nella frazione di Caravita del comune di Cercola, in occasione delle elezioni per il Consiglio Regionale della Campania, svolte nel settembre 2020.
In particolare, i due indagati avrebbero proceduto al pestaggio ed alla successiva richiesta di mille euro ai danni di un soggetto che, senza aver preventivamente richiesto l’autorizzazione al clan Minichini-De Luca Bossa e omettendo di corrispondere la relativa tangente, avrebbe provveduto alla compravendita di voti in favore di un candidato al Consiglio Regionale della Campania.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel quartiere della periferia orientale di Napoli, “Calimero” ha rinsaldato la sua collocazione nell’ambito dello scacchiere camorristico locale, legandosi sentimentalmente alla figlia di Domenico Amitrano, soprannominato “Mimì a puttana”, perno portante del cartello camorristico capeggiato dai De Luca Bossa. Ronza e Chiummariello avrebbero provveduto a pestare Ciro Bisogni, 47 anni, soprannominato «o’ Cecoff», reo di aver reclutato voti per conto di Mocerino, senza versare nelle casse del cartello di cui il suocero era un perno la quota di mille euro, come tangente per la compravendita di voti ai De Luca Bossa Minichini, il clan egemone a Ponticelli in quel momento storico.
Già nel 2015 Ronza riuscì a sottrarsi all’arresto. In quella circostanza, le manette scattarono perchè risultò invischiato, insieme ad altre tre persone, in un giro di rolex rubati scoperto a Pompei. La latitanza di Ronza, in quell’occasione, durò circa due mesi. “Calimero” fu arrestato nel cuore della notte. Gli agenti del commissariato di Pompei con la collaborazione di quelli del commissariato di Ponticelli, lo stanarono mentre era ancora in pigiama, nell’appartamento in cui si nascondeva proprio a Ponticelli.