Una segnalazione allarmante è giunta poco fa alla nostra redazione, secondo la quale, Christian Marfella, elemento di spicco del clan De Luca Bossa di Ponticelli, poco prima delle 19 di oggi, mercoledì 3 agosto, avrebbe compiuto un clamoroso passo falso, violando i domiciliari per compiere una “scesa”.
Marfella è stato facilmente riconosciuto da diversi cittadini come il centauro a capo di un corteo che ha sfilato lungo Corso Ponticelli, accompagnato da almeno altre otto motociclette di grossa cilindrata. Una scorribanda messa a segno nella zona dei rivali del clan De Micco che potrebbe costare caro al fratellastro di Tonino ‘o sicco.
Il commando in sella alle moto, infatti, è rimasto imbottigliato nel traffico all’incrocio con via Angelo Camillo De Meis e con non poche difficoltà è riuscito a dileguarsi, complici le numerose automobili che ostruivano il transito stradale.
Tutti a volto scoperto, i membri del gruppo che hanno sfilato lungo le strade-simbolo dell’egemonia del clan De Micco, capeggiati proprio da Marfella, chiaramente riconosciuto dalle tante persone presenti in strada che con sconcerto ed apprensione hanno assistito alla scena temendo il peggio.
Appena un mese fa, un commando costituito da Emmanuel De Luca Bossa, nipote di Marfella, ed altri tre elementi di spicco del clan De Luca Bossa hanno esploso diversi colpi d’arma da fuoco per circa 60 metri lungo viale Margherita, nel tentativo di attingere degli affiliati alla cosca rivale. Pertanto, al cospetto dell’ennesima scorribanda, capeggiata da un “pezzo da 90” della malavita locale, i cittadini hanno temuto che potesse andare in scena lo stesso copione e che, stavolta, ad avere la peggio, potesse essere l’ennesima vittima innocente.
In questi giorni, le strade del quartiere sono in festa, per il ritorno delle celebrazioni dedicate alla Madonna della Neve, la protettrice di Ponticelli, dopo due anni di stop imposti dall’emergenza covid, motivo per il quale il corso è particolarmente gremito di persone. La chiesa della Madonna della Neve, infatti, è ubicata proprio lungo la stessa strada. Motivo per il quale, l’incursione odierna, ha destato ancor più allarmismo tra i civili.
Sventato il pericolo degli spari, tra i cittadini ha preso il sopravvento un forte senso di rabbia e sgomento.
L’incursione del commando che si è limitato a “sfilare” lungo un’arteria cruciale del quartiere a volto scoperto, rilancia le quotazioni del clan De Luca Bossa nell’ambito della faida per il controllo del territorio. Un guanto di sfida lanciato ai De Micco, spingendosi ben oltre i confini del Lotto O, il rione di pertinenza dei De Luca Bossa, nel quale fino a poco tempo fa gli eredi di Tonino ‘o sicco erano stati relegati proprio dai De Micco.
Inoltre, erroneamente a quanto fin qui emerso, i De Luca Bossa sarebbero tutt’altri che rimaneggiati dai recenti arresti e potrebbero contare non solo sul supporto di ragazzini cinici e inesperti, ma anche di “uomini adulti”. Secondo quanto riferito dai testimoni oculari della “scesa”, Marfella era accompagnato da “persone grandi d’età”. Un dettaglio che lascia presagire che la cosca del Lotto O stia beneficiando del supporto di clan alleati.
Un atto di irriverenza tanto vistoso quanto eclatante che rilancia anche la sfrontatezza del commando che ancora una volta ha agito a volto scoperto, sprezzante della presenza dei tanti sistemi di videosorveglianza delle attività commerciali presenti lungo la strada e che hanno consentito agli inquirenti di risalire all’identità degli autori del raid andato in scena lo scorso 2 luglio in tempi record. Una leggerezza che potrebbe costare la libertà a Marfella, monitorato a distanza con il braccialetto elettronico fino a settembre e che se effettivamente confermata dalle immagini delle videocamere, potrebbe nuovamente spalancare le porte del carcere al rampollo di casa De Luca Bossa, scarcerato all’incirca un mese fa.