Un clima di estrema incertezza negli ultimi mesi ha pervaso i mercati finanziari: una circostanza che ha pesato sulle strutture di prezzo di tutte le principali asset class, con qualche eccezione nel settore delle materie prime, in particolare le commodity legate al comparto energetico. La difficoltà, da parte degli analisti, nel valutare se si sia concretizzato il passaggio definitivo da un bull market a un bear market di lungo periodo ha spinto tanti risparmiatori a incentrate la propria operatività, almeno in fase transitoria, su orizzonti temporali di breve termine. Questa tendenza ha generato un vero e proprio boom di adesioni ai servizi di trading degli intermediari finanziari: secondo le statistiche dei player più importanti del settore, il maggior gradimento si concentra sui broker online, soggetti che operano sulle piazze di scambio decentralizzate e che offrono ai propri utenti molteplici vantaggi.
Approcciare il mondo degli investimenti online attraverso le infrastrutture messe a disposizione da tali società significa accedere ad una gamma di soluzioni operative in grado di sintetizzare elevati standard tecnologici e costi di gestione estremamente contenuti. Per sottoscrivere un rapporto presso un broker online, non è necessario rivolgersi a terzi parti in quanto la procedura di apertura di un account è eseguibili interamente via web: ogni intermediario richiede semplicemente il caricamento dei dati personali dell’investitore e la trasmissione dei documenti di identità; per ultimare l’attivazione del conto bisogna effettuare il primo versamento, che rappresenta proprio uno dei maggior vantaggi nel fruire dei servizi di un broker online, difatti non è previsto un ammontare elevato di capitale con cui alimentare il deposito. Naturalmente, per avere la certezza di operare esclusivamente con piattaforme trading affidabili, è opportuno verificare determinati requisiti sia sotto il profilo normativo sia sotto il profilo tecnico.
Come verificare l’affidabilità di un intermediario finanziario
Il primo aspetto da analizzare riguarda ovviamente il fattore sicurezza: per operare in un determinato territorio, un broker online deve essere munito di specifiche licenze, rilasciate dalle Autorità di Vigilanza di riferimento -in Italia l’Ente Regolatore è la Consob-, che garantiscono la predisposizione di una serie di adempimenti atti a tutelare i depositi dei risparmiatori.
Per controllare che un soggetto sia conforme da questo punto di vista, è sufficiente accedere al sito delle Authority di competenza e avere un riscontro della sua iscrizione su appositi registri. Un altro parametro da tenere in considerazione in fase di selezione dell’intermediario è individuabile nelle funzionalità messe a disposizione sulle piattaforme di trading: per riuscire a costruire una strategia robusta è essenziale infatti che il tool abbia determinate caratteristiche.
Caratteristiche dei migliori trading tool
I TOL rilasciati dai broker online presentano un’interfaccia grafica, per analizzare il prezzo dei vari asset negoziabili e per gestire agevolmente gli ordini di acquisto o di vendita su cui si basa una strategia di investimento.
È importante sottolineare però che, per estrarre valore sia dalla tendenza al rialzo di un sottostante sia da quelle al ribasso, anche sui time frame più veloci, è fondamentale che le piattaforme di trading siano equipaggiate con i dispositivi di short selling e di leverage: nella fattispecie, la vendita allo scoperto consente di sfruttare il deprezzamento di un asset, mentre la leva finanziaria permette di aumentare la size dei trade e beneficiare di piccole oscillazioni delle quotazioni.
Il trading online con i Contratti per Differenza
Per fornire agli utenti queste funzionalità, i broker online offrono la compravendita dei Contratti per Differenza, particolari derivati che replicano il prezzo di un sottostante e implementano il meccanismo di short selling e il meccanismo di leverage.
La struttura dei CFD è particolarmente interessante in quanto non richiede commissioni di negoziazione per le operazioni di acquisto o di vendita, non a caso il solo costo è legato allo spread, applicato dall’intermediario, tra i valori bid e ask dell’asset trattato.