Si è svolta nel corso della mattinata di giovedì 15 luglio, nel Complesso monumentale di Santa Maria La Nova, la XIII edizione del “Premio Ammaturo Legalità – Città di Napoli”, istituito in ricordo del funzionario di polizia Antonio Ammaturo, ucciso dalle Brigate Rosse nel 1982 insieme al suo collaboratore Pasquale Paola.
Ammaturo era il dirigente della Squadra mobile di Napoli. La mattina del 15 luglio 1982, mentre si recava in questura, fu assassinato da un commando di brigatisti che raggiunse la sua auto, guidata dall’agente scelto Paola, e aprì il fuoco, uccidendo entrambi.
Alla cerimonia di consegna del Premio, conferito ogni anno a poliziotti che si sono distinti in operazioni di rilievo, hanno preso parte il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e il capo della Polizia Lamberto Giannini.
Prima della manifestazione il Ministro dell’Interno, accompagnato dal Capo della Polizia, ha deposto una corona d’alloro in piazza Nicola Amore, luogo in cui i due poliziotti furono uccisi. Hanno assistito alla commemorazione, oltre ai familiari dei caduti, anche il prefetto di Napoli Claudio Palomba e il questore Alessandro Giuliano.
Subito dopo è iniziata la cerimonia di consegna del Premio, preceduta da un dibattito, moderato dal responsabile della redazione del quotidiano “La Repubblica” di Napoli Ottavio Ragone.
Dopo un breve indirizzo di saluto del questore Giuliano e di Maria Cristina Ammaturo, figlia del funzionario di polizia ucciso 40 anni fa, sono intervenuti il capo della Polizia Giannini, il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo e il professore emerito di storia contemporanea dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” Francesco Barbagallo.
Il capo della polizia, nel suo intervento, ha evidenziato che questo omicidio “È una ferita che non si sana, è un ricordo di un sacrificio da celebrare avvenuto in un momento molto difficile per il nostro Paese. Questo per noi è importante perché non è una celebrazione priva di senso, significa stare vicino ai familiari e onorare anche un sacrificio che è stato qualcosa di importante per tutta la Polizia di Stato. Perché per noi i nostri caduti fanno parte proprio del corpo della polizia, della carne viva della polizia, e quindi momenti come questi sono molto importanti”.
A chiudere il dibattito l’intervento conclusivo del ministro Lamorgese, che ha sottolineato: “Fare rete, fare squadra è il modo più efficace per contrastare la criminalità. Dobbiamo operare con determinazione sui territori anche per sostenere la fondamentale azione della società civile”.
Il “Premio Antonio Ammaturo Legalità città di Napoli – XIII Edizione” è stato conferito al personale della 9^ Sezione della Squadra Mobile della Questura di Napoli “Per aver condotto con abilità, tenacia ed abnegazione un’articolata attività di indagine che ha consentito l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 48 persone per associazione di stampo mafioso, estorsione, turbata libertà degli incanti, falso in atto pubblico, falso ideologico, riciclaggio e corruzione. L’operazione ha colpito noti esponenti dell’ “Alleanza di Secondigliano” ed altri gruppi criminali che, avvalendosi del concorso esterno di imprenditori, avevano condizionato importanti gare d’appalto di servizi essenziali ospedalieri bandite da alcune strutture sanitarie napoletane al fine di ottenerne l’aggiudicazione. L’indagine ha inferto un duro colpo ad una consolidata associazione mafiosa fortemente radicata sul territorio cittadino“.
I due attestati della XIII edizione del “Premio Antonio Ammaturo Legalità città di Napoli ” sono stati conferiti
– al personale della Prima Sezione della Squadra Mobile della Questura di Napoli e alla Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di P.S. Afragola “Per aver condotto con abilità, tenacia e abnegazione un’articolata attività di indagine che ha permesso all’Autorità Giudiziaria di emettere un provvedimento cautelare nei confronti di 8 esponenti del clan Moccia, egemone nel territorio di Afragola, ritenuti responsabili di estorsione, detenzione di armi da fuoco clandestine e turbata libertà degli incanti, aggravati dal metodo mafioso. In particolare, è emersa la realizzazione di atti intimidatori diretti ad influenzare alcune aste giudiziarie relative ad immobili situati ad Afragola e Casoria, territori storicamente riconducibili al controllo del clan Moccia“.
– al personale dell’7^ Sezione della Squadra Mobile della Questura di Napoli “Evidenziando elevatissime capacità professionali, acume investigativo, tenacia e determinazione operativa, hanno tratto in arresto, con i colleghi della Guardia di Finanza, il latitante Raffaele Imperiale, irreperibile dal 27 gennaio 2016 e inserito tra i più pericolosi ricercati in Italia, in quanto soggetto inserito ai massimi livelli nel traffico internazionale di stupefacenti e nel riciclaggio di denaro. La latitanza di Imperiale, vissuta a Dubai negli Emirati Arabi, gli ha consentito di rafforzare alleanze internazionali con figure apicali del crimine organizzato e di assurgere al rango di “criminale planetario”. La cattura ha consentito di assicurare alla giustizia uno dei soggetti più noti negli ambienti criminali nazionali e internazionali“.