Come ben sa qualsiasi appassionato, la storia è una materia che affascina in maniera trasversale. Non vi si appassionano soltanto coloro i quali finiscano per farne il proprio lavoro; più in generale, e molto più spesso, chiunque subisce la fascinazione per un determinato periodo storico. I motivi sono i più svariati, ma uno su tutti probabilmente ha una grossa fetta di responsabilità: le opere di cultura popolare che si rifanno a un periodo storico ben determinato. Effettivamente sono numerosissimi i contesti storici che prestano le proprie ambientazioni a opere del più diverso genere: fumetti, film, serie TV, videogiochi e così via. Prendendo alcuni dei più noti periodi storici, emerge come per ognuno di essi si possano elencare diverse opere che vi sono ambientate, in alcuni casi con delle vere e proprie pietre miliari del genere.
Un ottimo esempio viene dall’antico Egitto. Con tale espressione, particolarmente imprecisa, l’immaginario popolare indica in realtà un arco di tempo lunghissimo, che si estende dal 4000 a.C. fino al 30 a.C., quando l’Egitto tolemaico venne conquistato dai Romani. In realtà il periodo egizio propriamente detto terminò nel corso del primo millennio a.C., quando cadde sotto controllo persiano per poi, grazie ad Alessandro Magno, essere oggetto di una profonda ellenizzazione. È stato probabilmente inevitabile che tale esteso arco di tempo fosse di ispirazione per la cultura popolare: l’archeologia degli inizi del ‘900, per esempio, ha variamente ispirato il cinema, spaziando da pellicole come La Mummia del 1932, e il suo remake del 1999, fino al primo storico Indiana Jones. Anche in ambito videoludico si contano molteplici esempi: dai più risalenti, come King’s Valley del 1985, ai giorni nostri con Assassin’s Creed Origins, uscito nel 2017 e ambientato nell’Egitto tolemaico.
Un altro periodo storico al quale chiunque ha finito a un certo punto per appassionarsi è senz’altro quello dell’antica Roma. Si tratta di un caso inverso rispetto all’Egitto: sebbene la storia di Roma copra oltre un millennio, nella cultura popolare è stato principalmente immortalato il periodo imperiale, vale a dire più o meno quattro secoli. Ad ogni modo, si tratta di un periodo che ha ispirato una mole sterminata di produzioni: si spazia dalle serie TV, con le ben note Rome del 2005 e Spartacus del 2010, a pietre miliari del cinema come Il Gladiatore, uscito nel 2001. Merita menzione particolare Il Primo Re, film italiano del 2019 sulla fondazione mitica di Roma e recitato interamente in protolatino, mentre sul versante fumettistico non si può non pensare ad Asterix dei francesi Goscinny e Uderzo, risalente al 1959: sebbene ispirato alle popolazioni galliche della futura Francia, la civiltà romana è ampiamente ritratta in chiave di improbabili antagonisti.
Citati antico Egitto e antica Roma, è impossibile non pensare all’antica Grecia. Anche in questo caso si parla di un lungo arco temporale, che si estende dal nono secolo a.C. fino all’integrazione nei territori romani, avvenuta nel 146 a.C.: durante tale periodo la cultura ellenica investì l’intero bacino del Mediterraneo lasciando importanti tracce di sé, oltre che nella penisola greca, nel sud Italia, ancora oggi punteggiata da testimonianze come Siracusa, Agrigento o Paestum, dove vengono regolarmente organizzati eventi dedicati. Anche la Grecia è stata a più riprese protagonista in varie opere: fra le più famose impossibile non pensare a due cult della serialità anni ’90 come Xena e Hercules. Anche al cinema sono arrivate produzioni spesso ricchissime, come nel caso di Alexander o di Troy, entrambi del 2004, mentre in ambito videoludico gli esempi si sprecano: si va dalle slot machine tematiche presenti sulle piattaforme online, dove l’ambientazione greca è sempre presente, alla storica serie God of War fino ad arrivare a un altro titolo di Assassin’s Creed, non a caso battezzato Odyssey.
Merita menzione, infine, la civiltà vichinga: sebbene con tale definizione si comprendano diverse popolazioni nordeuropee attive durante il periodo altomedievale, nell’immaginario collettivo la loro figura è legata alla generica e spesso fantasiosa figura del guerriero vichingo. Non è certamente un caso: manga come Vinland Saga, serie tv come Vikings e videogiochi come Valheim hanno sempre proposto tale visione. Dal cinema recente proviene, invece, una ricostruzione molto più interessante: in The Northman, ultima fatica di Robert Eggers approdata nelle sale lo scorso aprile, la società vichinga è descritta nella sua complessità, con un doppiaggio originale in grado perfino di differenziare gli accenti a seconda della zona di provenienza dei personaggi.