Mentre le recenti sequenze di spari a distanza ravvicinata lasciano presagire che i De Micco e i De Luca Bossa siano tornati a farsi la guerra, anche nel rione De Gasperi di Ponticelli si sta configurando un nuovo scenario camorristico.
Nell’ex fortino dei Sarno dove, oltre a diverse piazze di spaccio, si registra la presenza di diversi focolai camorristici.
Negli isolati 2 e 3 resta ben radicato il business della droga. Seppure al capo della piazza dell’isolato 2, Salvatore Romano detto ‘o nippolo, contestualmente alla condanna in primo grado a 15 anni di reclusione siano stati concessi gli arresti domiciliari, da scontare fuori regione, il business nel suo fortino prosegue indisturbato, sotto le direttive dei suoi eredi. Stesso scenario nell’isolato 3, dove Patrizia Busiello – sorella dell’ex Sarno Gennaro Busiello detto ‘o caino – continua a capeggiare una delle piazze di droga più prolifere del quartiere.
Lo spaccio di stupefacenti seguita a rivelarsi il core business dell’economia del rione e in molti altri isolati si rileva la presenza di pusher e piccoli spacciatori.
Negli isolati che vanno dal 10 al 16 sopravvivono i familiari delle “pazzignane”, cartello camorristico ormai sensibilmente indebolito dalla condanna all’ergastolo in via definitiva incassata dalle lady camorra Luisa De Stefano e Vincenza Maione, nonchè dal pentimento del primogenito della De Stefano, Tommaso Schisa, che ha concorso a creare non pochi problemi ai reduci della famiglia che seguitano ad orbitare nel contesto malavitoso. Si vedono così costretti a vivere relegati nei loro fortini, limitandosi a gestire le piazze di spaccio, guardandosi bene dal lasciarsi accarezzare dalle irriverenze del passato che le portarono a rifiutarsi di corrispondere la tangente ai De Micco durante la prima fase di declino attraversata dal clan, le pazzignane attendono impazienti che si configuri l’evento che auspicano possa concorrere a riportare la loro famiglia alla ribalta: la scarcerazione di Giovanni De Stefano, il fratello di Luisa.
Un ritorno in libertà ormai imminente e che viene rilanciato ed annunciato da diversi mesi a suon di video ad effetto su TikTok.
Nella zona delle cosiddette “case murate” si rileva la presenza di un focolaio camorristico costituito da ex reclute del clan Sarno, tornati in libertà dopo aver trascorso svariati anni in carcere e che palesemente rivendicano un posto più autorevole nell’ambito dello scenario malavitoso ponticellese.
Proprio tra gli isolati destinati ad andare incontro al piano di abbattimento fermo al palo da diversi anni, sopravvivono le vecchie famiglie d’onore non aventi diritto all’assegnazione di un alloggio di proprietà del comune di Napoli, in quanto sprovvisti dei requisiti previsti dalla legge. Tra le abitazioni tumulate per impedirne l’occupazione coatta e il dilagante degrado che divora l’intero contesto, un soggetto, in particolare, sta manifestando la volontà di conquistare lo status di “capo” del Rione De Gasperi.
Un ras che starebbe imponendo ai gestori delle piazze di spaccio del rione di corrispondergli una percentuale sugli introiti derivanti dal business illecito. L’uomo avrebbe, però, precisato di non essere intenzionato ad estendere i suoi interessi oltre i confini del Rione De Gasperi, guardandosi bene dal contestare l’egemonia dei De Micco e/o scendere in campo per partecipare alla faida che sembra ormai ufficialmente aver preso il via tra questi ultimi e i De Luca Bossa.
Un intento che l’uomo avrebbe rimarcato di recente, mettendo la firma su un raid a colpi d’arma da fuoco, indirizzato ad una persona che da poco si sarebbe stabilita nell’isolato 27, rea di essere a capo di una piccola piazza di spaccio. Secondo quanto riferito dagli abitanti del rione, l’uomo avrebbe compiuto quella “stesa” per intimare alla new entry del rione di accondiscendere alla sua richiesta estorsiva, impegnandosi a versare una quota settimanale nelle casse di quello che mira a diventare “il nuovo ras” dell’ex fortino dei Sarno.
Seppure le velleità e le angherie del nuovo aspirante “capo” del Rione De Gasperi siano mal tollerate dai residenti in zona, indispettiti dal suo atteggiamento irrispettoso verso tutto e tutti, è altrettanto vero che il suo modus operandi altro non fa che sottolineare il concreto e tangibile momento di difficoltà attraversato dai De Micco, ai quali sta palesemente sfuggendo il controllo della situazione.
Se fino a pochi mesi fa, il boss Marco De Micco era capace di tenere sotto scacco tutto e tutti, dal più angusto dei vicoli al più anonimo dei pusher, appare altrettanto chiaro che, di recente, lo scenario sia profondamente mutato e nei rioni in cui sopravvivono altri focolai camorristici, si stanno configurando nuovi equilibri.