12mila mq di bosco completamente spianati per costruire un maneggio. Succede a Palma Campania, ultimo comune del napoletano confinante con Avellino e con San Giuseppe Vesuviano, solo l’ultima in ordine cronologico delle cittadine limitrofe sciolte per infiltrazioni mafiose.
Un intreccio di affari e dinamiche che si avvicendando indisturbate, complice la distanza dal “cuore pulsante” dal capoluogo di provincia. Come se gli occhi di Napoli siano troppo lontani per riuscire a focalizzarsi su quelle realtà, mentre quelli di Avellino sono fin troppo vicini, ma non dispongono dell’autorità per intervenire, per via di mere questioni di competenza territoriale.
L’ultimo scempio che si sta consumando silenziosamente ha portato alla distruzione parziale di una montagna, con tutti i danni che questo comporta. Le montagne forniscono cibo e medicine, contribuiscono a regolare il clima, l’acqua, il suolo e la qualità dell’aria.
Uno scempio maturato a ridosso di un comune che nel 1986 fu travolto da un’alluvione che costò la vita ad 8 persone.
L’area, sito d’interesse comunitario, è stata posta sotto sequestro dai carabinieri forestali di Roccarainola.
Le richieste d’autorizzazione sono risultate completamente difformi dalla realtà dei luoghi e in contrasto con la normativa in materia di tutela ambientale e paesaggistica, motivo per il quale sono state denunciate quattro persone, tecnici comunali ed amministratori dei lavori, proprio per aver agito in mancanza dell’autorizzazione paesaggistica e spetterà, dunque, alla magistratura valutare la posizione dei soggetti denunciati. Seppure l’amministrazione palmese abbia cercato di zittire le polemiche dichiarando ben altro.
«Il maneggio nell’area della pineta di Tribucchi, a Palma Campania, è regolarmente autorizzato oltre che dal Comune anche dalla Regione Campania. La zona dove è destinato a sorgere era disboscata degli ultimi alberi secchi o pericolanti nel 2017 e da allora è stata oggetto di recupero da parte dell’amministrazione comunale, proprio per tutelare un polmone verde del territorio». Si legge nella nota stampa apparsa diramata in riferimento all’intervento delle forze dell’ordine per il «disboscamento di un’area boschiva sottoposta a vincolo» e alla presunta scoperta di «un cantiere destinato all’allestimento di un maneggio».
«Non si tratta di un’opera abusiva, ma di un progetto noto ed autorizzato. – ribadisce il comune nella nota stampa – Abbiamo fornito alle forze dell’ordine tutte le spiegazioni e gli elementi necessari alle indagini già da qualche tempo. Siamo disponibili a collaborare per chiarire ogni altro aspetto, ma è bene specificare che non c’è alcun abuso in atto da parte dell’ente.».
Di tutt’altro avviso la Comunità Montana “Partenio – Vallo Di Lauro” che ha diramato un’ordinanza per il ripristino dello stato dei luoghi con la piantumazione degli alberi distrutti.
Un provvedimento amministrativo che obbliga il comune di Palma Campania a presentare, entro 30 giorni, un piano di ripristino con una relazione tecnica alla Comunità Montana che una volta approvato, li obbliga a ripristinare lo stato dei luoghi entro 90 giorni.
Se non verrà riprodotta la situazione anteriore al danno verrebbe a configurarsi un altro reato penale, in virtù dell’inosservanza dei provvedimenti dell’autorità.
Inoltre, la Comunità Montana avrebbe il diritto di procedere in danno, provvedendo a sostenere le spese necessarie per ripristinare lo stato dei luoghi che andranno poi a carico del comune.
Riuscirà l’amministrazione di Palma Campania nell’utopistica impresa di ricostruire una montagna di 12mila mq completamente spianata e provvedere alla ripiantumazione entro 90 giorni?
In caso contrario, a pagare per le leggerezze commesse da quattro persone, sarà l’intera comunità palmese.