Attimi di panico all’Ipsar Amerigo Vespucci di Milano, quando una batteria portatile è esplosa mandando in fiamme lo zaino in cui era custodito, spaventando e intossicando gli alunni e l’insegnante presenti in aula.
Non si tratta di una vicenda isolata, basta pensare all’episodio più eclatante che costrinse un aereo all’atterraggio di emergenza, proprio in seguito all’esplosione di un dispositivo di questo tipo.
Le pile sono dei dispositivi che trasformano l’energia chimica in elettrica, e se non utilizzate con cautela e custodite servendosi di adeguati sistemi di protezione possono diventare delle piccole bombe. I sensori che ne garantiscono la sicurezza sono integrati in grandissima parte dei casi, sempre nei prodotti di qualità e delle volte in quelli più economici.
Non sono altro che batterie esterne. Accumulano energia e permettono a loro volta di ricaricare le batterie integrate nei dispositivi. La logica è quella di utilizzarli nei frangenti in cui non si ha a disposizione una presa elettrica. Una grande comodità dunque, tanto da farli diventare tra gli accessori imprescindibili da affiancare al proprio smartphone. Non a caso risultano spesso tra i prodotti più venduti su Amazon.
Trattandosi di batterie a tutti gli effetti però, è bene utilizzare il power bank in maniera corretta. Ci sono una serie di accorgimenti da poter prendere al fine di ridurre al minimo qualsiasi rischio.
Affinché una batteria agli ioni di litio possa esplodere devono verificarsi delle condizioni che vanno al di là della norma. Rimane dunque una possibilità remota, ma che può relazionarsi con alcune caratteristiche tecniche proprie delle batterie stesse.
Innanzitutto c’è l’elettrolita. Trattandosi di un composto organico, è per sua natura volatile e infiammabile. Altro aspetto importante è la scelta del tipo di catodo, che determina la capacità della batteria e il livello di sicurezza. Solitamente, in quelle dei dispositivi consumer (inclusi i power bank) si utilizza come materiale per il catodo l’ossido di cobalto.
Quest’ultimo ha il vantaggio di garantire una capacità particolarmente elevata ma, al tempo stesso, porta con sé due difetti: il primo è la durata limitata nel tempo (circa 500 cicli di carica, motivo per cui dopo il primo anno di vita l’autonomia degli smartphone inizia mediamente a ridursi); il secondo è un punto di Thermal Runaway di 150°C, tutto sommato basso.
Thermal Runaway si riferisce a una situazione di squilibrio all’interno delle batterie, che porta a un aumento incontrollato della temperatura.
Si tratta di temperature che non vengono mai lontanamente raggiunte durante la normale carica, né tantomeno lasciando la batteria al sole o chiusa in uno zaino. È necessario un evento esterno come, ad esempio, il contatto accidentale tra anodo e catodo che, di base, vengono progettati affinché non si tocchino mai grazie alla presenza di un apposito separatore.
In questi casi si innesca un cortocircuito che aumenta repentinamente la temperatura della batteria. Questo innesca la formazione di un gas infiammabile che cerca di fuoriuscire, il che fa aumentare la pressione all’interno. Segno evidente di questo fenomeno è il tipico rigonfiamento della batteria stessa, un aspetto che deve certamente far accendere un campanello d’allarme.
La batteria può surriscaldarsi anche a causa di sovratensione e sovraccarico causate da un cavetto o dall’alimentatore, o magari per un difetto di fabbricazione. Le motivazioni possono dunque essere tante per cui, nel caso specifico dell’istituto alberghiero, è bene non avanzare ipotesi prima che la dinamica venga chiarita dalle autorità competenti.
Per evitare incidenti, basta seguire alcune semplici indicazioni.
In primis, non lasciare mai scaricare completamente il power bank. Le celle delle batterie agli ioni di litio soffrono infatti i cicli di carica e scarica molto ampi. Ciò significa che se si è soliti far arrivare allo 0% la carica, si andrà incontro a un più veloce deterioramento della batteria. Cercate di scendere mai sotto il 20%.
Tenere sotto controllo il calore. È bene adoperare il power bank a temperatura ambiente ed evitare di collegarlo, ad esempio, a uno smartphone che è già molto caldo di suo per altri motivi (magari nel corso di un aggiornamento software).
Attenzione alla cosiddetta tensione di carica. Le celle delle batterie agli ioni di litio durano decisamente di più nel momento in cui vengono caricate a un voltaggio di 3.92 Volt. Ciò significa che bisognerebbe evitare di caricare il power bank con i caricabatterie a ricarica rapida di alcuni smartphone.
Controllare l’integrità del cavetto e del caricabatterie. È molto importante che il power bank non venga utilizzato con cavetti o caricabatterie danneggiati, in quanto potrebbero creare delle sovratensioni in grado di innescare un cortocircuito.