Una soap opera in salsa ponticellese, quella andata in scena nell’estate del 2019, non appena si diffuse la notizia del pentimento di Tommaso Schisa, il rampollo del clan delle “Pazzignane” del Rione De Gasperi, ben radicato anche nelle dinamiche malavitose mariglianesi in virtù della relazione sentimentale che lo legava ad Elisabetta Esposito, la figlia del boss di Marigliano Luigi Esposito detto “lo sciamarro”.
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Proprio quest’ultima ha ricoperto un ruolo determinante nel vortice di eventi che hanno indotto il suo ormai ex compagno a collaborare con la giustizia. Una trappola ordita ad arte dalla Esposito per indurre Schisa a collaborare con l’intento di “fargli perdere la faccia” e ledere in maniera irrecuperabile la sua credibilità camorristica. Una vendetta a tutti gli effetti, un cinico piano voluto per punire un tradimento di Schisa. All’indomani dell’ennesima condanna che lo costringeva a trascorrere 12 anni in carcere, Elisabetta gli fece credere di non sentirsi pronta ad aspettare tutto quel tempo per poterlo riabbracciare liberamente. La compagna gli manifesta il desiderio di voler vivere una vita normale, lontana dalle brutture della camorra, lontano da Napoli. Una nuova vita da coltivare partendo dal loro amore, in una località protetta, tra persone ignare del pesante passato che si sarebbero lasciati alle spalle. Questo il quadro che la Esposito prospetta al compagno per indurlo a collaborare, per poi piantarlo in asso, non appena Schisa inizia a rendere le prime dichiarazioni ai magistrati.
Ciononostante, il primogenito della “pazzignana” Luisa De Stefano decide di non tornare sui suoi passi e seguita a collaborare con la giustizia.
Una sequenza di eventi che concorre e non poco ad inasprire gli animi non solo tra i parenti di Schisa, ma anche tra gli elementi di spicco della malavita ponticellese che temono le conseguenze delle rivelazioni rese dal giovane agli inquirenti.
Un arresto che scrive l’ultimo episodio di una soap condita di amore e malavita che ha fatto registrare non pochi colpi di scena.
Nell’estate del 2019, dopo la brusca interruzione della relazione con Schisa, mentre quest’ultimo seguitava a collaborare con la giustizia, la figlia dello “Sciamarro” gettava in pasto all’ira delle pazzignane le foto che la ritraevano felice e innamorata, insieme al suo nuovo compagno. Sorrisi, baci, vacanze. Un idillio d’amore che ha fatto letteralmente inviperire i familiari di Schisa che hanno fatto di tutto per convincerlo a ritrattare.
Un pericoloso intreccio di amore, vendetta, collera, tradimenti che sfocia in due episodi inquietanti: le parenti di Schisa si recano nel cortile del condominio in cui vive la madre di Cristofaro, in un comune della provincia a Nord di Napoli, con l’intento di incendiare l’auto della donna per consegnare un segnale minatorio alla neocoppia di innamorati. Qualcosa, però, va storto e a prendere fuoco è l’auto di un altro residente in zona.
Poche settimane dopo, Cristofaro viene pestato in strada, mentre si trova a Marigliano. Il giovane dichiarerà di essere stato vittima di una rapina e non dell’ira funesta dei parenti di Schisa. Una versione che non convince gli inquirenti che dietro quel pestaggio intravedono tutt’altro scenario.
E’ il 20 novembre del 2019 quando Francesco Cristofaro invia sulla chat di Messenger il seguente messaggio al direttore di Napolitan Luciana Esposito:
“Vi comunico che fra pochi istanti se nn vedo questo post eliminato procedo con il legale a diffidare il giornale o addirittura denunciare il giornale perchè penso che lei non è autorizzata a scrivere cavolate su un ragazzo e ragazza solo perchè segnalato da qualche persona (…) Forse voi non rendete conto che scrivere queste cose sui giornali danneggiate solo a persone per bene come noi (…) come fate a scrivere cose che non sono vere (…) Mi devo trovare in un articolo per fatti non veri su di me (…) sono bufale quelle che vi hanno riferito su di me”.
In riferimento all’aggressione, Cristofaro continua a sostenere di essere stato aggredito da rapinatori con volto coperto da caschi integrali.
Cinque giorni dopo, Cristofaro ritorna a farsi avanti per sostenere la sua tesi:
“Signora Luciana, ve lo chiedo come un fratello, potete evitare me mettermi in alcune vostri articoli di cronaca.
Sono un bravissimo ragazzo lontano da questo genere di vita e ciò mi sta creando disagi di vita quotidiana e psicologica. Per favore con il cuore in mano velo chiedo (…) per favore ve lo chiedo tenetemi lontano da queste cose perché nn e neppure vero che sto con questa donna.”
Dinanzi alla negazione dell’acclarata relazione con la Esposito, lo invito a rilasciare una dichiarazione in cui fornisce la sua versione dei fatti:
“Mi Presento Mi chiamo Francesco Cristofaro sono stato accennato in due vostri articoli di cronaca di Ponticelli, lei mi ha riportato due volte una volta che Sono stato vittima di Aggressioni Una volta che sono vicino alla moglie di Schisa. Ci tengo a precisare che non sono mai stato in relazione sentimentale con la. Sig Elisabetta Esposito. Non ho ricevuto aggressioni in merito alla situazione del Tommaso Schisa collaboratore e della moglie perché non sono mai potuto essere io stato colpevole di questa scelta. Io ho conosciuto la signora Elisabetta in ambiente lavorativo inizio agosto e il marito già stava collaborando.”
Poco dopo giunge la nota dell’avvocato di Cristofaro:
“Sono Francesco Cristofaro, il soggetto a cui si è fatto riferimento in recenti articoli pubblicati dal giornale online Napolitan. Ci tengo a sottolineare che non mi riconosco nei due articoli “una vendetta d’amore dietro il pentimento di Tommaso schisa” e “ camorra ponticelli, niente colloquio in carcere con i parenti per la pazzignana” pubblicati rispettivamente in data 20 e 25 novembre 2019 sul giornale Napolitan. Nei suddetti articoli mi si indicava come il soggetto che aveva una relazione amorosa con la sig.ra Elisabetta Esposito, moglie di Tommaso Schisa. Veniva, inoltre, erroneamente riportato che a causa di tale vicinanza sentimentale sarei stato vittima di una presunta aggressione avvenuta in data 16.11.2019. Voglio precisare che nulla di tutto ciò corrisponde a verità, non avendo mai avuto una tale relazione con la sig.ra Esposito ne essendo in alcun modo ricollegabile alla collaborazione di giustizia avviata dal sig. Schisa. Ritengo che siano stati travisati i contenuti dei post da me pubblicati sulla mia pagina Facebook non essendo in alcun modo dedicati e/o indirizzati alla sig.ra Elisabetta Esposito.”
Cristofaro poi aggiunge: “Sono un operaio onesto e non mi nego che la moglie di Schisa pure è una brava donna lavoratrice, ha lavorato con me in una azienda conserva alimentari e lei personalmente e lontano da questa vita malavitosa.”
Il 31 gennaio del 2021, Cristofaro ricompare in veste di padre del figlio che Elisabetta porta in grembo:
“Posso chiederle un favore fraterno, se possiamo evitare sempre di mettere la mia compagna in articoli riguardando altrui. Velo chiedo per favore, sono un operaio onesto. E’ un po’ brutto che ogni tanto ci contattano persone e devono dire queste cose ed io devo vedere la mia ragazza che piange sul letto che è in gravidanza (…) Non ha nessuna colpa questa ragazza.”
Lei ai domiciliari, lui recluso nel carcere di Bellizzi Irpino, Tommaso Schisa sempre più convinto di restare dalla parte dello Stato. Questo l’epilogo della telenovelas più seguita dalle “Pazzignane” del Rione De Gasperi.
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