Tra i designer più influenti della seconda metà del ‘900, Dalisi è stato autore di prodotti iconici, entrati nelle case di milioni di italiani, in collaborazione con marchi storici, come la caffettiera Alessi premiata con il Compasso d’Oro 1981. I suoi lavori sono presenti nelle collezioni e nei musei più prestigiosi al mondo, dal Guggenheim Museum di New York, al Museo di Arte Contemporanea di Salonicco, dal Museo di arti decorative di Groningen, alla Fondazione Cartier di Parigi, fino al Museo Madre di Napoli, sua città d’adozione.
Considerato un “Maestro gentile” e dall’inventiva fresca e agile da generazioni di designer, Professore ordinario di Progettazione Architettonica, incaricato di Disegno Industriale e Direttore della Scuola di Specializzazione in Disegno Industriale dell’Università di Napoli Federico II, Riccardo Dalisi è stato tra i fondatori, insieme ad altri membri dell’Architettura Radicale, come Ettore Sottsass Jr. e Andrea Branzi, del gruppo Global Tool, programma sperimentale di didattica del design.
Nato a Potenza nel 1931 e si laureò in architettura alla Federico II di Napoli nel 1957, entrando a far parte nello studio di Francesco Della Sala dove conosce Massimo Pica Ciamarra. Insieme a Michele Capobianco, realizzarono il Palazzo della Nuova Borsa Merci, ancora oggi una delle sue opere più ricordate.
Dagli anni ’60 iniziò a dedicarsi anche al design realizzando un tavolo smontabile e riciclabile e nel 1969 diventò professore alla facoltà di architettura di Napoli. Sempre in quegli anni realizzò un programma di opere di riqualificazione del Rione Traiano, zona residenziale di cerniera, a sud-ovest della città di Napoli, attivando una rete di collaborazione con gli artigiani locali.
Nel 1979, su commissione della Alessi, iniziò uno dei suoi progetti più impegnativi e suggestivi, incentrato sulla riformulazione della caffettiera napoletana, a partire dall’eredità dei ramaioli di Rua Catalana, reinterpretata con un gusto contemporaneo. L’opera fu premiata con il Compasso d’oro nel 1981. In questo “piccolo” progetto, la sua cifra più preziosa, in grado di interpretare e aggiornare, attraverso una sintesi raffinata e poetica, la manualità, il folclore, i materiali antichi, secondo una idea concreta di trasformazione estesa anche all’ambito sociale.
Instancabile sperimentatore, recentemente aveva personalizzato la bottiglia Platinum Edition di Ferrarelle con il suo iconico Totocchio, un personaggio nato dall’incrocio tra Pinocchio, Totò e una caffettiera. A questa singolare e romantica figura, un po’ burattino e un po’ scugnizzo, Dalisi dedicò un’intera storia di magia e di avventura, racchiusa nel volume “I nuovi viaggi di Totocchio”, edito da Massa. Allo stesso modo sono gli altri personaggi e gli oggetti creati da Riccardo Dalisi: freschi, candidi, ingenui, un po’ naif, ricchi di umanità e non privi di saggezza.
«Si può tranquillamente parlare di architettura, di design, di arte, di decorazione e, perché no, di poesia partendo da ciò che diciamo “tecnica”, che nient’altro è se non un aspetto saliente, un momento fondamentale di ogni attività umana», così Dalisi descriveva il dialogo tra tecnica e creatività.