Un magazzino di stoccaggio della droga per alimentare le piazze di spaccio della provincia nord orientale di Napoli, un piccolo ingrosso nell’abitazione di un’insospettata, un’incensurata 52enne di Sant’Anastasia, è stato scoperto dai carabinieri della sezione operativa di Castello di Cisterna che hanno messo la firma su un’importante operazione che ha portato al sequestro di ingenti quantitativi di droga e all’arresto di 4 persone, tra le quali spicca il nome di Elisabetta Esposito, figlia del boss di Marigliano Luigi Esposito detto “lo sciamarro”, nonchè ex compagna di Tommaso Schisa, ex elemento di spicco della malavita locale, oggi collaboratore di giustizia e figlio della donna-boss di Ponticelli Luisa De Stefano.
Oltre alla donna, classe 1995, le manette sono scattate anche per Francesco Cristofaro, l’attuale compagno della Esposito.
Nel corso di un appostamento, i militari dell’arma hanno intercettato un’auto e si sono discretamente messi sulle sue tracce, mentre un altro gruppo di carabinieri impegnato nell’operazione è rimasto lungo il perimetro della casa fino al momento in cui hanno deciso di fare irruzione e hanno così sorpreso due persone: la proprietaria, una vedova incensurata, e un 19enne di Castello di Cisterna già noto alle forze dell’ordine.
All’interno dell’abitazione, i militari hanno rinvenuto 10 chili di hashish, 3 di marijuana e 900 grammi di cocaina. E ancora materiale vario per il confezionamento delle dosi e 40 proiettili cal. 9×21 mm.
Intanto, quando le due persone a bordo dell’auto si sono ben presto rese conto di essere pedinate dai carabinieri hanno tentato di dileguarsi, dando il via ad un inseguimento terminato addirittura al casello autostradale di Avellino Ovest. Francesco Cristofaro ed Elisabetta Esposito, entrambi del rione Pontecitra di Marigliano e già noti alle forze dell’ordine, sono stati tratti in arresto. Il primo è stato ristretto nel carcere di Bellizzi Irpino, la seconda sottoposta ai domiciliari.
In manette Salvatore Riccardi, il giovane 19enne trovato in casa con il carico più ingente e la vedova classe 69 proprietaria del “magazzino”. Per loro si sono aperte le porte dei penitenziari di Poggioreale e Pozzuoli.