E’ la cronaca di un copione già visto e rivisto, quello andato in scena a Ponticelli, all’indomani dell’ennesimo blitz che ha decapitato l’ennesima cosca egemone.
Proprio come accadde nel 2017, poche ore dopo il blitz che spalancò le porte del carcere a 23 elementi di spicco del clan De Micco, anche all’indomani dell’operazione che all’alba del 4 aprile scorso ha decretato la stessa sorte per sei persone ritenute contigue allo stesso clan, tra le quali primeggia la figura del boss Marco De Micco, “i reduci” della cosca sono scesi tra le strade del quartiere per soddisfare un’esigenza ben precisa: marcare il territorio.
Dal tardo pomeriggio fino a notte fonda, numerosi abitanti del quartiere hanno notato la vistosa presenza di un gruppo di giovani che in sella agli scooter hanno battuto il territorio, dedicando particolare attenzione ai rioni in odore di camorra.
Il Rione Incis, il Rione De Gasperi, il Lotto O, il Rione Conocal.
La vistosa “Paranza” di moto non è di certo passata inosservata, soprattutto perchè capeggiata da un “predestinato”: Salvatore De Martino, giovane rampollo dell’omonima famiglia legata a filo doppio ai De Micco e che vede in una sigla, “XX”, il suo tratto distintivo più caratterizzante.
Un segnale colto come un “passaggio del testimone”. Potrebbe essere proprio lui, l’erede designato dal boss De Micco e destinato a farne le veci.
Un’operazione necessaria per mostrare controllo e compattezza, seppure il clan sia stato decapitato della sua figura più espressiva, il boss Marco De Micco.
Una replica da inscenare immediatamente per consegnare un esplicito avvertimento ai superstiti dei clan rivali arroccati proprio nei rioni “battuti” con più insistenza dal gruppo, ancora una volta, rinfoltito dalle leve più giovani.
L’ennesima prova di forza e resistenza che i sopravvissuti al blitz sono chiamati a sostenere per mantenere alta la bandiera dei “Bodo” ed evitare che l’impero rapidamente riorganizzato da Marco De Micco possa sfaldarsi per l’ennesima volta.
Seppure al momento non si rilevi la presenza di un gruppo antagonista intenzionato a lanciare il guanto di sfida ai reduci del clan De Micco, fin dalle prime ore successive all’arresto del leader del clan, le direttive impartite ai giovani eredi della cosca appaiono più che chiare.
Un disegno nitido e prevedibile, rapidamente dispiegato per palesare la forte necessità di preservare il controllo del territorio, allontanando al contempo lo spettro dell’insidiosa minaccia di un possibile focolaio di rivolta.
Ritornano così alla ribalta le giovani reclute del clan “XX”, protagonisti di una lunga faida per il controllo del territorio che ha tenuto banco dall’estate del 2020 fino alla scarcerazione del boss Marco De Micco. I giovani che hanno giurato eterna fedeltà ed abnegazione a quest’ultimo, adesso sono chiamati a dimostrare sul campo di possedere la forza di nervi e la tempra camorristica necessarie per tenere in piedi il regno dei “Bodo”.