Raffaele Imperiale, importante boss della Camorra, è stato estradato da Dubai, negli Emirati Arabi Uniti: è atterrato a Roma nel pomeriggio di venerdì 25 marzo.
Conosciuto anche come “Lelluccio Ferrarelle” o “Rafael Empire”, l’arresto è avvenuto ad agosto del 2021 a Dubai nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli e condotte dal GICO di Napoli e dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli, con il supporto dei Servizi Centrali della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato.
Salito agli onori delle cronache per i due quadri di Van Gogh ritrovati in un appartamento di sua proprietà a Castellammare di Stabia e restituiti dai carabinieri al museo di Amsterdam dedicato al pittore olandese, Imperiale da anni viveva a Dubai. A riprova delle consolidata fama di re del narcotraffico, i numerosi arresti e gli ingenti sequestri che hanno colpito la sua organizzazione nel corso degli anni, tra i quali il maxi-sequestro di 1.330 kg di cocaina avvenuto a Parigi il 20 settembre 2013, in quella circostanza venne tratto in arresto Vincenzo Aprea, stimato essere il suo braccio destro, al quale era stato affidato il compito di sovrintendere all’importazione dello stupefacente proveniente con volo di linea Air France da Caracas in Venezuela.
Nel 2016 Imperiale venne accusato di traffico internazionale di stupefacenti: venne condannato a 18 anni, poi diventati 8 grazie alla sua collaborazione, per traffico di stupefacenti e riciclaggio di denaro. Dopo la condanna, la sua vita però non è cambiata molto: aveva continuato a vivere a Dubai da latitante fino all’arresto.
Classe 1974, Raffaele Imperiale o Rafael Empire, viene indicato dai più autorevoli motori di ricerca come il boss della camorra più importante di Napoli.
Nato a Castellammare di Stabia, dove la famiglia Imperiale era ben nota poiché suo padre è stato – unitamente al socio ed ex reggente del clan D’Alessandro, Renato Raffone – presidente della squadra di calcio della Juve Stabia e costruttore di molti edifici della città stabiese. Nella sua infanzia Imperiale fu vittima di un tentativo di rapimento, ma riuscì a scappare e tornare a casa sano e salvo. È sempre stato un mistero come sia riuscito a fuggire. Aveva un fratello maggiore che morì nel 1996 e gli lasciò in eredità il coffeeshop Rockland ad Amsterdam da dove Imperiale iniziò la sua nota carriera criminale. Dopo aver stretto alleanze con organizzazioni criminali sudamericane ad Amsterdam, città in cui vendeva droga già dagli anni ’90, ha importato cocaina nelle maggiori piazze di spaccio napoletane grazie anche ad un’alleanza con gli Scissionisti di Secondigliano.
Imperiale è riuscito per quasi tutta la sua carriera a non lasciare traccia, l’unica fotografia documentata è quella con il braccio destro nella finanza Attilio Repetti che ha lavorato a stretto contatto con lui gestendo i suoi investimenti internazionali.
Inserito nella lista dei latitanti di massima pericolosità per traffico internazionale di sostanze stupefacenti con finalità mafiose, per cui è stato condannato a 18 anni di reclusione in primo grado, ridotti a 8 anni e 4 mesi in Cassazione per la sua collaborazione dove sono stati restituiti alle autorità italiane i famosi dipinti e altri assets guadagnati da Imperiale con la sua prolifica ventennale attività illecita, e sono state diramate internazionalmente le ricerche per la sua estradizione. Imperiale viveva a Dubai ma la mancanza di un trattato di estradizione tra gli Emirati Arabi Uniti e l’Italia non ne aveva finora permesso il suo arresto.