La sola immagine della roulette è sicuramente evocativa delle sale da gioco, che sono diventate famose nel corso del XX secolo anche grazie all’ispirazione di cui ha potuto godere il cinema. Paradossalmente, però, le origini delle attrazioni da sala non sono note ai più. Anzi, persino tra gli studiosi permangono ancora oggi numerosi dubbi in merito all’invenzione di alcuni giochi. La roulette non fa eccezione, in quanto sono molteplici le ipotesi che si sono rincorse negli anni circa la sua nascita. Ciò che è certo, tuttavia, è che la roulette veniva menzionata per la prima volta in maniera ufficiale nel 1716, a Bordeaux, il che accredita la teoria secondo la quale il gioco sarebbe nato proprio in Francia.
C’è un nome specifico che viene attribuito all’inventore della roulette. Si tratta di Blaise Pascal, noto studioso e filosofo vissuto nella prima metà del ‘600. A quanto pare, Pascal era ossessionato dagli esperimenti scientifici sul moto perpetuo e si ripromise di creare un macchinario capace di compiere movimenti senza essere alimentato con specifiche fonti di energia. Evidentemente, l’energia cinetica prodotta dalla ruota non poteva non rivelarsi utile allo scopo. Vita e opere di Pascal sono state tramandate regolarmente, ma non si sa molto di più del suo effettivo legame con la roulette. L’idea, quindi, non sarebbe stata quella di diffondere un nuovo gioco, anche perché la roulette cominciò a spopolare nelle sale diversi decenni dopo la morte del suo ipotetico inventore.
Se c’è incertezza sull’origine della roulette è perché già in passato si erano intraviste tracce di giochi molto simili. Uno di questi è la poco conosciuta “Girella” italiana. Una tesi ancora più curiosa, invece, vuole che la roulette sia stata importata in Europa dall’Asia. Secondo altre fonti ancora, invece, sarebbe derivata semplicemente dal Biribissi, dall’Hoca e dal Portique. Considerando che in Francia il gioco fu vietato dal 1836 al 1933, per circa un secolo nessuno si interessò di approfondire la questione dell’invenzione della roulette, che solo nel 1790 aveva iniziato a presentarsi così come la conosciamo oggi. Bisogna considerare, comunque, che già presso gli antichi romani si era soliti usare delle ruote a fine ludico. Nella fattispecie, i carri da guerra venivano rovesciati di lato, delle frecce venivano inserite nelle ruote e sul terreno venivano tracciati dieci spazi: il settore nel quale si sarebbe fermata la freccia sarebbe stato quello vincente. Anche i greci si producevano in passatempi analoghi, impiegando però gli scudi anziché le ruote.
Oggi la classica roulette si compone di un perimetro diviso in 37 settori numerati. Perlomeno nella sua versione europea, perché una volta venuti a conoscenza del gioco gli americani ci misero mano. Non è chiaro se in origine la roulette contasse 38 numeri anziché 37, ma sta di fatto che proprio in America è stato inserito un nuovo numero, vale a dire lo 00, allo scopo di aumentare la difficoltà del gioco. Non a caso molte sale tendono a propinare questa variante della roulette invece di quella originale. Anche riguardo a questi particolari, comunque, i dubbi non sono pochi.
Gli appassionati del gioco non si sono interrogati spesso sulla creazione dello stesso anche perché già impegnati a studiare il funzionamento della ruota. Le leggi della fisica applicate al gioco della roulette sono ancora oggi oggetto di discussione. Forse l’impiego di mezzi di fortuna come ruote e palline avrà lasciato pensare che il background storico della roulette non celasse chissà quali misteri e che prima o poi chiunque avrebbe potuto inventare un’attrazione del genere…