Durante il notiziario serale di Vremya, il principale tg russo, la giornalista Marina Ovsyannikova ha fatto irruzione alle spalle della conduttrice Yekaterina Andreeva, gridando “Fermate la guerra! No alla guerra!” e mostrando alla telecamera un cartello con scritto: “No alla guerra. Fermate la guerra, non credete alla propaganda, qui vi stanno mentendo. Russi contro la guerra“.
Una denuncia coraggiosa che ha portato all’arresto della giornalista, interrogata dalla polizia russa per circa 14 ore, mentre era impossibilitata a mettersi in contatto con i suoi familiari, oltre che con il suo avvocato. Il provvidenziale e tempestivo intervento dell’Onu e dei principali organi internazionali a tutela della libertà d’informazione hanno scongiurato il pericolo tangibile al quale si è esposta Marina Ovsyannikova per denunciare la censura alla quale sono sottoposti i media russi.
La giornalista è stata poi rilasciata e condannata a pagare una multa pari a circa 255 euro.
Un atto di coraggio rilanciato da altri media nazionali: ‘la Tv Zombie si è rotta in diretta sul Primo Canale’. Recita così il titolo in prima pagina di Novaya Gazeta, il quotidiano diretto dal premio Nobel, Dmitrij Muratov, che omaggia il gesto di protesta di Marina Ovsyannikova. L’ormai ex giornalista della Tv di Stato russa aveva invitato i suoi connazionali a non credere alla propaganda ufficiale.
Sulla prima pagina di Novaya Gazeta la parola ‘guerra’ è stata volutamente resa illeggibile per non incorrere nelle pene previste dalla legge approvata due settimane fa dalla Duma di Stato e che prevedono fino a 15 anni di reclusione per chi parla di ‘guerra’ e ‘invasione’ dell’Ucraina.
Per questo, su tutti i media russi, si legge la dicitura ‘operazione militare speciale’. E anche il tenore dell’informazione è diverso da quello a cui si è abituati in Europa. Non ci sono immagini dei civili coinvolti. I video dei bombardamenti vengono mostrati con il contagocce e non compaiono le immagini dei centri abitati devastati dai bombardamenti russi.
Le fonti di informazioni sono solo quelle ufficiali, provenienti principalmente dal Ministero della Difesa o dal Cremlino stesso. Grande spazio è dedicato alle misure adottate dal governo per fronteggiare la situazione economica, ponendo l’accento sulle sanzioni con le quali l’Occidente sta cercando di mettere in difficoltà la Russia. Nessun accenno alle madri che non sanno dove siano i propri figli. I soldati russi non vengono quasi mai ritratti in battaglia ma in momenti conviviali, spesso in compagnia di bambini ucraini.