Una vicenda che ha tenuto l’opinione pubblica con il fiato sospeso per diverse ore quella della giornalista Marina Ovsyannikova, la giornalista balzata agli onori delle cronache dopo l’irruzione anti-guerra in diretta nello studio di Channel One, la principale emittente di stato della Russia e per questo arrestata e poi rilasciata, dopo essere stata interrogata per diverse ore ed aver incassato una multa pari a circa 250 euro italiani.
La giornalista, all’indomani della concitata vicenda, ha rilasciato delle dichiarazioni ai media: «Sono spaventata per la mia sicurezza e quella dei miei figli», ha detto. La producer, che è stata trattenuta 14 ore dalle autorità e poi sanzionata, ha spiegato – riferisce Sky citando una sua intervista alla Reuters – che non ha intenzione di lasciare la Russia.
Marina Ovsyannikova ha aggiunto di sperare di non incorrere in una incriminazione per la sua protesta.
Marina Ovsyannikova è stata condannata a pagare un multa e poi rilasciata. Alla giornalista è stata comminata una multa di 30.000 rubli (circa 255 euro) con l’accusa di aver organizzato una protesta non autorizzata. Della donna si erano inizialmente perse le tracce, prima che la Bbc mostrasse una sua foto in compagnia dell’avvocato in tribunale. La vicenda di Marina Ovsyannikova ha provocato forti reazioni in occidente: l’Onu ha chiesto alla Russia di non punirla «per aver esercitato il suo diritto alla libertà di espressione», mentre il presidente francese Emmanuel Macron ha proposto «protezione consolare» per la giornalista.
Per la Russia l’atto della giornalista è «teppismo». La risposta dell’Ue: «È un esempio di coraggio» Marina Ovsyannikova è stata tenuta in isolamento e interrogata per 14 ore, secondo quanto riferito dalla stessa reporter all’uscita dal tribunale: «È stata la mia decisione contro la guerra – ha detto -. L’ho presa da sola perché non mi piace che la Russia abbia iniziato questa invasione. È stato davvero terribile».
«Voglio ringraziare tutti per il supporto, amici e colleghi. Sono stati giorni molto duri. Ho passato due giorni senza dormire. Sono stata interrogata per oltre 14 ore», ha raccontato, aggiungendo che le autorità «non mi hanno permesso di entrare in contatto con persone vicine e parenti. Non mi hanno concesso alcun aiuto legale». I suoi avvocati hanno poi spiegato di essere riusciti ad incontrare la giornalista dopo diverse ore dal fermo.