Il corpo elettorale nei prossimi mesi sarà chiamato a votare sulla limitazione delle misure cautelari, sull’abrogazione delle norme in tema di incandidabilità (legge Severino), sulla separazione delle carriere in magistratura, sulla cancellazione delle firme per presentare una candidatura alle elezioni dei consiglieri togati del Consiglio superiore della magistratura e, ultimo in ordine di approvazione, sul riconoscimento dei diritto di voto degli avvocati nelle valutazioni di professionalità dei magistrati all’interno dei consigli giudiziari.
Sui cinque referendum dichiarati ammissibili dalla Corte costituzionale si voterà in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno prossimi. La consultazione verrà indetta con un decreto del presidente della Repubblica dopo la decisione sulla data del Consiglio dei ministri. Tuttavia, se prima del giorno in cui è previsto lo svolgimento del referendum il Parlamento abroga le norme oggetto della consultazione, l’Ufficio centrale per il referendum dichiara che le operazioni relative non hanno più corso. Inoltre, il referendum viene sospeso e si svolge l’anno successivo in caso di scioglimento anticipato delle Camere.
Il presidente della Corte costituzionale Giuliano Amato ha voluto parlare ai giornalisti in conferenza stampa, per illustrare le scelte della Consulta e motivare le decisioni assunte: “Leggere o sentire che chi ha preso la decisione non sa cosa è la sofferenza ci ha ferito ingiustamente. Il referendum non era sull’eutanasia ma sull’omicidio del consenziente” ha spiegato Amato, aggiungendo che “l’omicidio del consenziente sarebbe stato lecito in casi ben più numerosi e diversi da quelli dell’eutanasia”.
Riferendosi ancora ai due quesiti più spinosi, quello sull’eutanasia e quello sulla cannabis, Amato ha chiarito: “Il nostro Parlamento forse sarà troppo occupato dalle questioni economiche ma forse non dedica abbastanza tempo a cercare di trovare la soluzione su questi temi valoriali. È fondamentale – ha detto ancora Giuliano Amato – che in Parlamento capiscano che se questi temi escono dal loro ordine del giorno possono alimentare dissensi corrosivi per la coesione sociale”. Precisando, poi, quali sono i compiti della Corte costituzionale, il presidente ha chiarito: “Noi non possiamo cambiare, toccare il quesito referendario, il quesito è questo: noi dobbiamo valutare se non lascia scoperti valori e diritti costituzionali irrinunciabili, questo è il punto”.