Uno dei dati statistici più interessanti forniti da Google Trends e Pornhub è quello che riguarda la frequentazione dei siti pornografici durante la pandemia, i quali raccontano di un aumento importante della fruizione di portali per adulti a partire da marzo 2020, ovvero da quando è iniziato il lockdown. Si tratta di una pratica diffusa e che riguarda in modo particolare i giovani, compresi i teenagers.
Il motivo è da ricercare nel fatto che a fronte di una richiesta, indubbiamente necessaria, di distanziamento per contenere la diffusione del virus, sono aumentate le pratiche di autoerotismo e parallelamente di frequentazione dei siti online aventi contenuti di tipo sessuale. All’origine della cosiddetta “pornodipendeza” ci sono l’anonimato per quanto riguarda la fruizione dei materiali pornografici e l’accessibilità immediata. Ma che cosa si intende esattamente per dipendenza dalla pornografia e qual è stato l’impatto concreto della pandemia? Ne parliamo in questo articolo.
Che cos’è la pornodipendenza
La pornodipendenza è una cosa molto diversa dal fatto di poter valutare, ad esempio, gli annunci di escort a napoli e dintorni ma si tratta, piuttosto, di tutti quei casi in cui la persona risulta dipendente dal consumo dei materiali, audio o video, pornografici, la cui realizzazione è funzionale al fatto di favorire nello spettatore forme di eccitazione sessuale. A tal fine nei materiali pornografici si trovano mostrate parti sessuali del corpo intime, compresi i genitali, e immagini in cui si verificano esplicite attività di tipo sessuale.
Il tempo che trascorre una persona che presenta una pornodipendenza visionando contenuti di questo tipo può essere molto e attualmente, con l’evoluzione delle nuove tecnologie nel segno della digitalizzazione, si tratta di un’attività che viene svolta prevalentemente online.
Ed è proprio la Digital Revolution ad aver portato a una maggiore diffusione, soprattutto presso i più giovani, della pornodipendenza, essendo i contenuti di maggiore accesso e di più semplice fruibilità. Il primo approccio avviene in diversi casi già in età puberale e soprattutto nei maschi, i più colpiti (ma non gli unici) da pornodipendenza.
Pornografia: quando diventa dipendenza?
La pandemia ha registrato un aumento di fruizione dei contenuti legati al mondo della pornografia ma non tutte le persone che consultano materiale di questo tipo, è bene specificarlo, presentano una dipendenza patologica. I campanelli di allarme che possono portare alla presenza di un vero e proprio disturbo, per il quale si rivela indispensabile l’intervento di uno psicologo specializzato, sono:
- Numero crescente delle ore trascorse dalla persona nella fruizione di contenuti pornografici.
- Ricerca compulsiva di materiale pornografico sempre più estremo.
- A fronte di un’abitudine sempre più “invasiva” la persona si trova a perdere relazioni sociali, soldi e lavoro.
- Negazione del fenomeno di dipendenza, con conseguenti tentativi di nasconderla a parenti, partner, amici.
- Tendenza a minimizzare unita a sintomi come irritabilità o variazioni dell’umore.
La pornodipendenza è generalmente un campanello d’allarme di problemi più grandi, non a caso si trova spesso associata a problematiche relazionali (anche interne alla coppia) e di tipo sessuale, nelle quali la pornografia viene utilizzata come diversivo nella relazione. Il rischio è che proprio la relazione perda gradualmente di interesse, dal momento che la soddisfazione ottenuta col materiale pornografico è più immediata (ma anche più oggettivata). Le conseguenze possono essere importanti, come abbiamo visto, e rivolgersi a personale medico specializzato si rivela la soluzione migliore.