Nonostante il no del Governo, il governatore della Campania, Vincenzo De Luca si mostra fermo nelle sue decisioni e posticipa la riapertura delle scuole medie ed elementari.
Anticipando con una nota l’ordinanza numero 1 del 2022 si legge che “con decorrenza dalla pubblicazione del presente provvedimento e fino al 29 gennaio 2022 è disposta la sospensione delle attività in presenza dei servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n.65, e dell’attività scolastica e didattica in presenza della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado”.
Fonti di Palazzo Chigi hanno già fatto sapere che l’ordinanza sarà impugnata dal Governo. Ma nel testo si sostiene che “la situazione rilevata sul territorio regionale corrisponde alla fattispecie di ‘circostanze di eccezionale e straordinaria necessità dovuta all’insorgenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus Sars-Cov-2 o di sue varianti nella popolazione scolastica in presenza delle quali la disposizione di cui all’articolo 1, comma 4 del decreto legge 6 agosto 2021 n.111, convertito dalla legge 24 settembre 2021, n.133, nell’effettuare il bilanciamento tra il diritto costituzionale alla salute e quello all’istruzione, consente, alla luce della sola lettura compatibile con il rispetto dell’art. 32 della Costituzione, anche nelle Regioni che non si trovino collocate in ‘zona rossa’, eccezioni allo svolgimento in presenza delle attività educative e scolastiche”.
Inoltre si fa presente che “ciascuna delle Asl campane ha attestato di aver ricevuto dai Comuni e dagli istituti scolastici richieste di supporto in vista della riapertura delle scuole prevista per il prossimo 10 gennaio, ma di essere nell’impossibilità di assicurare il contact tracing e gli screening prescritti dal decreto legge del 5 gennaio relativamente alla popolazione scolastica (rilievi a T0-T5), per l’enorme attuale pressione sulla organizzazione sanitaria”.
È scontro aperto sul rientro a scuola in presenza: i presidi e molte amministrazioni locali chiedono un rinvio del ritorno in classe degli studenti, ma anche i medici insistono per un periodo di Dad.
Intanto, nel corso della mattinata odierna, sabato 8 gennaio, si è svolto l’incontro tra sindacati e il capo dipartimento del ministero dell’Istruzione, Jacopo Greco, per un’informativa sulle nuove regole per la gestione dei casi Covid come previsto dal decreto del 5 gennaio. “Questa idea di Green pass per entrare in un’aula si scontra con un diritto costituzionale allo studio che non era mai stato messo in discussione nemmeno quando c’è stato l’obbligo vaccinale”, sottolinea però la segretaria generale di Cisl scuola, Maddalena Gissi.
Tra i problemi che la scuola deve affrontare c’è quello delle assenze del personale. Giannelli stima che lunedì potrebbero mancare “100.000 dipendenti della scuola su un milione – tra docenti e personale Ata – ovvero un 10% del totale, per le più svariate questioni legate a Covid, quarantene, vaccini eccetera”.