Si presenta giovedì 11 novembre 2021 ore 18 alla libreria IOCISTO di via Domenico Cimarosa 20 Napoli l’ultimo romanzo di Anita Curci, L’Inverno di Ramona Adler edizioni Phoenix Publishing. A discutere con l’autrice dei contenuti del romanzo (reincarnazione, spiriti di luce, esoterismo e magia), assieme al pubblico presente, Giulio Adinolfi e Maria Rosaria Lanza tra le letture di Leda Conti e Andrea Fiorillo. Modera Fiorella Franchini.
L’Inverno di Ramona Adler è il primo volume di una quadrilogia sull’amore universale che passa attraverso quello terreno. Centocinquanta pagine che trasportano il lettore in una dimensione di magia, esoterismo e sogno. La passione dell’inquieta Ramona Adler per un uomo, che nei sogni diventa un orribile capro, prende le mosse da molto lontano, quando entrambi erano spiriti di luce destinati a risvegliare l’umanità dall’ignoranza spirituale e dal sonno della coscienza. Entrambi, però, scelsero le vie dell’amore terreno, rinunciando alla loro missione. Espediente per raccontare quanto l’attaccamento agli effimeri sentimenti materiali allontani l’essere umano dalle più durevoli aspirazioni spirituali. Per tale ragione, il lettore si renderà conto che il vero protagonista del romanzo è il germe che la Curci pianta nella zolla della ricerca interiore.
Il libro, a prima vista una languida e struggente storia d’amore, s’insinua nelle profondità dell’inconscio di Ramona e dell’uomo che ama, portando alla luce le contraddizioni e il limite dello spirito una volta sceso nella carne.
«Al punto in cui è ridotta l’umanità – riferisce l’autrice – temo sia inevitabile un’energica sterzata. Non servono precetti materialistici, capitalistici e strategie sul piano umano, ma un sano cambiamento interiore a livello globale. La via verso il miglioramento può soltanto essere imbroccata alimentando le nostre corde interiori, guardando all’assoluto. Ho scritto romanzi storici e spaziato su tematiche varie. Ma mi sono accorta che nulla serve più oggi davvero come può servire l’apertura verso altri cieli. Quelli dell’infinito nell’anima immortale. Si pubblicano maree di volumi, tonnellate di carta stampata. Io avevo sete di verità superiori: la materia, con le sue limitazioni e i suoi dolori – e intesa come la vedo, inutile e perniciosa – non la reggevo più. Perciò, ho scritto innanzitutto per me. Ma se questo volumetto sarà compreso e risulterà di conforto almeno ad uno dei miei lettori, sentirò di aver contribuito al cambiamento. Anche solo con un granello di sabbia. C’è tanto lavoro da fare e, come dice il monaco nel romanzo, “è tempo di separare la pula dal grano”. Per citare Ermete Trismegisto».