Seppure manchino ancora due mesi al 31 dicembre, data in cui è fissata la scadenza dello stato di emergenza, il governo italiano sta già lavorando alle misure da adottare per scongiurare il pericolo di una nuova impennata di contagi da covid e contenere i rischi correlati alla pandemia.
Tra le soluzioni più quotate, in pole position il green pass obbligatorio anche nel 2022, almeno fino a marzo, ma più probabilmente fino all’estate. I numeri dicono che l’epidemia è già in risalita a inizio autunno e in prospettiva il certificato verde secondo il Governo può essere ancora molto utile per tenere a bada il virus durante i più temibili mesi invernali. L’Esecutivo punta ad estendere anche lo stato di emergenza che si concluderà formalmente a fine anno dopo quasi due anni di proroghe con la prima dichiarazione partita il 31 gennaio 2020 con il Governo Conte.
Tra due mesi potrebbe essere necessario prorogare ancora lo stato di emergenza per tenere in piedi la struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo per consentirgli gli acquisti di vaccini e medicine e procedere più facilmente con le terze dosi negli hub, oltre che per allungare la vita al Comitato tecnico scientifico. Due passaggi – quello dell’estensione del pass e della proroga dello stato di emergenza – che si annunciano difficilissimi per la maggioranza e l’Esecutivo, visto che sarà obbligatorio passare per il Parlamento.
A preoccupare del resto sono i numeri dell’epidemia che dopo settimane di relativa calma da una decina di giorni sono in chiara risalta: +40% i contagi in una settimana e soprattutto i ricoveri ordinari che tornano a crescere ( +109, +10% in una settimana) mentre le terapie intensive si muovono di meno (+23 in 7 giorni), ma queste però aumentano sempre per ultime. E con Trieste che fa i conti con i contagi lasciati dalle proteste No Pass dei giorni scorsi. Il tasso di infezione è schizzato a 350 casi per 100mila abitanti negli ultimi 7 giorni, il triplo rispetto al resto della regione. Numeri che riportano indietro la città all’autunno del 2020 e che ha costretto il prefetto a vietare le manifestazioni a piazza Unità d’Italia almeno fino a fine anno.
I vaccini finora funzionano soprattutto contro le forme gravi: secondo gli ultimi dati dell’Iss chi non è immunizzato rischia sette volte di più di finire in ospedale e undici volte di morire. Intanto nelle prossime ore l’Aifa potrebbe esprimersi sulla necessità di un richiamo per chi ha fatto il mono dose di Johnson & Johnson.