I nostri piccoli lamentano qualche piccolo disturbo di salute? Se è facile andare nel panico, comprensibilmente, non dobbiamo temere, soprattutto se i nostri bambini manifestano i sintomi dell’acetone o chetosi. Infatti, non è raro che i bambini dai 2 ai 10 anni di età siano interessati da una condizione definita “acetone” o “chetosi”, transitoria e non preoccupante. Al contrario, che cos’è la chetoacidosi ? Si tratta di una situazione di scompenso metabolico, più seria, che può comparire con sintomi come vomito, anche intenso, stanchezza, dolore addominale. Niente paura: vediamo come comportarci in questa evenienza.
Cosa è l’acetone?
L’acetone o chetosi è una condizione in cui l’organismo ricava energia dai grassi, producendo i“chetoni”. Sono acidi che si riversano nel sangue e vengono smaltiti attraverso le urine. Quando la loro produzione aumenta, si alzano conseguentemente anche livelli nel sangue: tale condizione prende il nome di chetosi, e una concentrazione di chetoni molto elevata e persistente nel tempo produce effetti dannosi.
La fonte energetica principale è il glucosio
La fonte energetica più importante per il nostro organismo è il glucosio, derivato soprattutto dai carboidrati assunti con l’alimentazione. Tuttavia, non tutto il glucosio è subito utilizzato dalle cellule per produrre energia.
L’eccesso di glucosio è conservato nelle riserve di glicogeno. Tali riserve, localizzate prevalentemente nel fegato e nei muscoli, si attivano, ad esempio, durante il digiuno, e consentono al nostro organismo di continuare a produrre energia a partire dalla sua fonte principale.
Quando il digiuno è prolungato e le scorte di glicogeno iniziano a esaurirsi, l’organismo deve individuare altre fonti dalle quali attingere energia. Questa fonte secondaria è data dai grassi o lipidi, vediamolo subito.
La seconda fonte energetica è data dai grassi
Sono anch’essi accumulati nelle riserve dell’organismo, che vi attinge come energia “di scorta”.
Ricapitolando, la chetosi è una reazione metabolica che prende piede quando l’organismo, per fronteggiare le proprie necessità di energia, dopo aver consumato tutti gli zuccheri disponibili, inizia a utilizzare anche i lipidi (grassi) Si tratta di una evenienza passeggera, risolvibile nel breve tempo nella maggior parte dei casi, senza compromettere la salute generale dei bambini.
È in condizioni di stress, in cui il fabbisogno energetico aumenta, l’organismo ricava energia soprattutto attraverso l’utilizzo dei grassi. Ciò avviene frequentemente in alcune condizioni:
- Digiuno prolungato;
- Febbre;
- Dieta ricca di grassi;
- Sforzi intensi e prolungati.
Come possiamo notare, si tratta di situazioni che il nostro organismo è in grado di affrontare solo tramite un grande impiego di energie.
Quando insorge la chetoacidosi e come affrontare questa evenienza?
Talvolta il catabolismo dei grassi aumenta. Cosa significa “catabolismo”? Riguarda l’insieme delle reazioni e dei processi metabolici con i quali l’organismo scinde le molecole organiche complesse in molecole più semplici, con conseguente liberazione di energia.
In questo caso, i corpi chetonici si riversano nel sangue, che non riesce a eliminarli, e subisce un processo di acidificazione definito “chetoacidosi”, una condizione seria che potrebbe indicare l’esordio della malattia diabetica e comparire con sintomi quali vomito, stanchezza, dolori addominali, perdita di peso. Il quadro clinico include alcuni sintomi caratteristici:
- Alito fruttato(spesso il primo e unico sintomo). Infatti, con l’utilizzazione dei grassi come fonte energetica, che porta alla produzione dei corpi chetonici, si sprigiona un inconfondibile odore di frutta matura attraverso l’alito.
- Vomito, talvolta intenso, che può provocare disidratazione e un senso di malessere generale;
- Mal di testa;
- Dolori all’addome, lingua asciutta dall’aspetto patinoso, fiato corto e frequente;
- Alterazione della coscienza (raramente).
Questa condizione, più grave rispetto all’acetone, deve per forza di cose essere affrontata con l’aiuto del pediatra: non spaventiamoci, ma esponiamo tutti i nostri dubbi e i nostri timori a un professionista. Vediamo adesso come comportarci in caso di acetone.
Cosa fare in caso di acetone?
Al contrario, come detto poco fa, l’acetone è piuttosto diffuso tra i bambini e non deve destare particolare preoccupazione. In questa condizione, per ridurre la formazione di acetone e facilitarne l’eliminazione, è consigliabile far seguire al piccolo la giusta alimentazione, soprattutto una dieta ricca di zuccheri e di acqua, ma priva di grassi. In particolare:
- È utile far bere succhi di frutta al piccolo;
- È utile anche far bere al piccolo acqua zuccherata, ripetutamente e a piccoli sorsi, per contrastare la disidratazione. Andrà bene anche un po’ di
Va da sé che non è il caso di arrabbiarsi con i propri piccoli se vediamo che si lamentano, fanno i capricci, sono recalcitranti: è il loro modo di esprimere un disagio, soprattutto quando sono molto piccoli, sono spaventati e non sanno comunicare a parole cosa sta loro accadendo.
Cerchiamo quindi di sdrammatizzare, rilassiamoci insieme dedicandoci a hobby e altre attività, mostriamoci rilassati, rassicuriamoli e diciamo loro che tutto passerà in fretta.
Per quanto riguarda l’alimentazione, è consigliabile far seguire ai piccoli un’alimentazione equilibrata, senza eccesso di grassi. Meglio preferire i carboidrati complessi o glucidi come la pasta e il riso, la cui digestione libera glucosio nell’intestino. Possibilmente, è consigliabile rimuovere dalla dieta i grassi animali, soprattutto latte intero, burro, formaggi, fritti, carni grasse, insaccati. Non dobbiamo preoccuparci, poiché l’acetone è un disturbo passeggero che tende a rientrare in pochi giorni.