“Da metà agosto sono sotto scorta 24 ore su 24. C’è un buontempone che dal carcere avrebbe incaricato due killer stranieri. Sarebbe un personaggio che gestisce il narcotraffico, legato a famiglie di ‘ndrangheta”. Lo ha rivelato nel corso della trasmissione ‘Un giorno da pecora’ su Rai Radio1 Sigfrido Ranucci, vicedirettore di Rai3 e conduttore dal 2017 della trasmissione “Report”.
Ranucci negli anni aveva ricevuto diverse minacce di morte, come quelle raccontate dal suo stesso programma lo scorso gennaio. Nella puntata dello scorso 4 gennaio, il pregiudicato Francesco Pennino aveva rivelato che Ranucci era stato bersaglio di minacce già nel 2010 da ambienti vicini al boss Beppe Madonia, dopo la pubblicazione del libro Il Patto, scritto con Nicola Biondo sulla presunta trattativa Stato-mafia.
“Io cucinavo in carcere in quel periodo, tra l’aprile e l’ottobre del 2010 – aveva raccontato Pennino – Beppe Madonia era in infermeria e io gli portavo da mangiare… Hanno detto che volevano pagare per ammazzarti: “‘Sto figlio di pu*** ci ha inguaiati con ‘sto libro”, dicevano. Poi da fuori hanno avuto lo stop, gli hanno detto di non fare “rumore” in quel periodo».
La nuova stagione di Report è iniziata lo scorso lunedì 25 ottobre con una puntata sui vaccini, ottenendo il 10,4% di share. Sotto i riflettori della trasmissione, in particolare, il vaccino AstraZeneca. “Abbiamo cercato di capire perché un vaccino, su cui ha puntato tutta Europa, ad un certo punto sia scomparso. Abbiamo ricostruito i tasselli della vicenda, abbiamo buttato un vaccino che poteva essere utile per gli over 60 per una serie di errori di comunicazione e per la mancanza di omogeneità nella gestione dei dati. Il paradosso ora è che la Commissione europea ha acquistato 200 milioni di dosi di AstraZeneca e noi non le utilizzeremo, andranno a finire in Africa probabilmente. Bisogna formare i medici dei paesi in cui arriverà il vaccino” ha spiegato Ranucci.