«Per la prima volta in Campania dall’inizio della campagna vaccinale annuale inizieremo a somministrare ai bambini e agli adolescenti i vaccini spray antinfluenzali, un grande vantaggio per l’adesione alla campagna grazie ad una scelta della Regione che cambia radicalmente l’offerta ai nostri pazienti». Antonio D’Avino, vice presidente nazionale della Federazione Italia Medici Pediatri, annuncia l’avvio della campagna antinfluenzale con una novità assoluta, l’impiego dei vaccini intranasali.
«Riuscire a vaccinare i più piccoli – spiega D’Avino – ci consentirà di ridurre la circolazione del virus, mettendo in maniera indiretta al sicuro gli anziani e i soggetti fragili. Inoltre, la vaccinazione antinfluenzale aiuta a ridurre i dubbi diagnostici dei casi di infezione da Covid, visto che probabilmente i due virus avranno un picco di diffusione durante la stagione invernale e si manifesteranno, nei casi non gravi, con sintomi simili. Non dimentichiamo che il Ministero della Salute consiglia la vaccinazione antinfluenzale anche nei bambini in età compresa tra 6 mesi e 6 anni».
Ma come funziona il vaccino intranasale?
Lo spiega la pediatra e segretaria regionale FIMP Giannamaria Vallefuoco: «La dose viene somministrata con un semplice spray. Questo permette di stimolare la produzione di anticorpi contro il virus influenzale non solo nel sangue, ma anche e soprattutto a livello delle prime vie respiratorie. Quindi quella che è “la porta principale” di accesso dei virus influenzali. Il fatto di non dover ricorrere a iniezioni ci consente di somministrare i vaccini più rapidamente, soprattutto ai bambini piccoli. Le somministrazioni riguardano i soggetti da 2 a 18 anni di età secondo foglietto illustrativo (ma negli USA viene somministrato anche fino a 49 anni di età)».
Grazie ai vaccini spray, sono molti i genitori che stanno richiedendo le vaccinazioni. Ma i pediatri fanno risuonare un campanello d’allarme: «Se la Regione ci consentisse di somministrate anche i vaccini anti Covid potremmo approfittare delle adesioni che stiamo avendo per entrambi i vaccini, nella fascia d’età autorizzata», dice Antonio D’Avino. «Così, invece, rischiamo di sprecare una grande occasione per “arruolare” i nostri pazienti anche per proteggerli, e proteggere la collettività, dalla circolazione del SARS-CoV-2. Se oggi i casi sono in calo è proprio perché i vaccini ci stanno facendo da scudo, ma resta alta la diffidenza di moltissimi genitori nei confronti del vaccino e questo ci espone al rischio di trovarci presto di fronte a numeri in crescita. Il sistema di hub e centri vaccinali con il quale la Regione ha scelto di procedere andava bene inizialmente, ma non è adatto a questa nuova fase della pandemia. È “utile al sistema”, che i pediatri di famiglia possano vaccinare i propri assistiti, infondendo fiducia nella pratica vaccinale ai moltissimi genitori che scelgono di attendere».
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