Non è tardata ad arrivare la replica dello Stato a Ponticelli, quartiere della periferia orientale di Napoli teatro da ormai un anno di una guerra di camorra che di recente ha fatto registrare l’esplosione della quinta bomba nell’arco di sei mesi, alla quale ha fatto seguito l’omicidio di un 23enne incensurato, figlio illegittimo di una famiglia di primo ordine della malavita locale.
Ub’perazione congiunta degli agenti della polizia di Stato del commissariato di Ponticelli è della squadra mobile di Napoli e dei carabinieri di Napoli ha fatto scattare le manette per alcuni protagonisti della faida cheha fatto registrare diversi episodi violenti nell’arco degli ultimi 12 mesi.
L’operazione si protratta fino alle prima luci dell’alba e ha coinvolto diversi esponenti dei clan Casella e De Martino, gli ormai celeberrimi “XX”.
Destinatari dell’ordinanza: Luigi Austero e Nicola Aulisio già detenuti in carcere, i fratelli Eduardo Casella e Giuseppe Casella, stimati essere insieme al fratello Vincenzo – ancora in stato di libertà – e al fratellastro Giuseppe Righetto, i reggenti dell’omonimo clan.
Finiti in manette anche Giovanni Rinaldi, Giovanni Mignano e Youssef Christian Hathrouby.
Analoga sorte per Salvatore De Martino, reggente del clan “XX” e sua moglie Maria, Francesco Pignatiello e suo figlio Pasquale, ed altre due persone.
Un’operazione che ingligge un colpo durissimo ai clan protagonisti delle prime, concitate fasi della faida e che rilancia le quotazioni del clan De Micco che proverà a trarre ulteriori vantaggi da quest’inaspettato evento propizio che concorrere ad agevolare l’ascesa della cosca tornata alla ribalta contestualmente alla scarcerazione del boss Marco De Micco, avvenuta lo scorso marzo.