Pubblicati in Gazzetta ufficiale tutti i decreti fin qui approvati da governo e Parlamento e l’estensione dell’uso della Certificazione verde è già in vigore, anche se nei posti di lavoro scatterà solo dal 15 ottobre.
Tutti i dipendenti pubblici dovranno avere, dal 15 ottobre, il green pass per accedere al proprio luogo di lavoro. La regola vale per gli uffici, i Comuni, le Regioni, le Province, gli enti locali, la Camera di Commercio e Bankitalia, per fare qualche esempio.
Chi non è in possesso del green pass sarà considerato assente ingiustificato fino alla presentazione della Certificazione, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto e del posto di lavoro. Ma per tutti i giorni di assenza ingiustificata non avrà diritto allo stipendio né ad altro compenso o emolumento. E per chi entra in ufficio senza Pass scatterà una sanzione da 600 a 1500 euro.
Anche i deputati che vorranno entrare a palazzo Montecitorio, sede della Camera, dovranno avere e mostrare un Green Pass valido a partire dal 15 ottobre. La nuova regola è stata approvata dall’ufficio di presidenza guidato da Roberto Fico. Per chi viola le norme sono previste sanzioni come la multa di 600 euro e tre giorni di sospensione. Per i senatori invece la decisione è attesa per il 5 ottobre: in caso di approvazione l’obbligo entrerebbe in vigore sempre dal 15 ottobre.
In tribunale c’è l’obbligo di Green Pass, ma non per tutti. Il decreto esplicita infatti che a dover esibire la Certificazione verde per accedere agli uffici giudiziari sono i magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari, i componenti delle commissioni, gli avvocati dello Stato e i procuratori. L’assenza dall’ufficio per chi non ha il certificato è considerata ingiustificata con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro ma non sono dovuti la retribuzione né altro compenso. Sono invece esclusi dall’obbligo gli avvocati, i consulenti, i periti, i testimoni e le parti del processo. Quando però un avvocato o un commercialista deve entrare e lavorare nello studio professionale allora il Green Pass diventa obbligatorio.
Per i lavoratori di aziende, imprese, esercizi commerciali le regole sono le stesse del settore pubblico. Per recarsi sul luogo di lavoro è necessario avere il Pass. Chi non lo possiede o ne ha uno scaduto risulta assente ingiustificato: ha diritto alla conservazione del posto di lavoro ma non allo stipendio né ad altro compenso dal primo giorno di assenza e fino a presentazione della Certificazione. Per tutti i lavoratori che vengono trovati non in regola all’interno degli uffici scatta la sanzione da 600 a 1.500 euro. La norma vale sia per i dipendenti che per i lavoratori autonomi, collaboratori, partite Iva.
Nelle aziende piccole, con meno di 15 dipendenti, dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata, il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata corrispondente a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione, e comunque per un periodo non superiore a dieci giorni, rinnovabili per una sola volta. Oltre alla sospensione a termine scatta anche lo stop dello stipendio come nelle grandi aziende e la multa in caso di irregolarità.
Nei locali pubblici sono i titolari o i gestori a dover controllare il possesso del Green Pass attraverso la app VerificaC-19. Nei luoghi di lavoro, sia pubblici che privati, il controllo sarà invece affidato ai datori di lavoro dei dipendenti e degli autonomi. Il decreto prevede che ove possibile la verifica avvenga all’ingresso e che sia anche a campione. Tocca invece ai cittadini che richiedono il servizio controllare l possesso del Green Pass da parte di operai, idraulici, colf, badanti o baby sitter. Per i datori di lavoro negligenti che non verificano la validità del Pass è prevista una sanzione che va da 400 a 1000 euro.
Per quanto riguarda baby sitter, colf, badanti e collaboratori domestici, se non sono in possesso di una versione valida del Pass dovranno essere considerato assenti ingiustificati e non potranno quindi svolgere il lavoro pur avendo diritto alla conservazione del posto e non percepiranno lo stipendio né i contributi fino alla presentazione di idonea Certificazione. Vale per colf, baby sitter, badanti, ma anche per cuochi, maggiordomi, istitutori, dog sitter, autisti. Nel periodo di stop, la famiglia potrà assumere un lavoratore in sostituzione, magari con un contratto a tempo determinato, che sarà l’unico a essere retribuito in attesa del ritorno del titolare. Il controllo dei Pass è affidato ai datori di lavoro o un appartenente al nucleo familiare presso cui il lavoratore domestico svolge il suo servizio. Per la tata, ad esempio, che entra nel luogo di lavoro senza pass la sanzione amministrativa va da 600 a 1500 euro; per il datore che non controlla da 400 a 1.000 euro. Il mancato possesso del Green Pass non è giusta causa per il licenziamento. Come ricorda Assindatcolf, associazione che ha pubblicato delle linee guida per le famiglie sul Green Pass, si attendono chiarimenti urgenti sui controlli e sui lavoratori (tanti) che si sono vaccinati all’estero con farmaci non ancora riconosciuti dall’Aifa.
Il personale scolastico – maestri, professori, educatori, tecnici, amministrativi, dirigenti – devono avere il Green Pass per entrare a scuola. E lo stesso vale per il personale esterno, vale a dire sia per gli operatori delle mense che per i fornitori di materiale che per i genitori chiamati all’inserimento dei loro figli o a un colloquio con gli insegnanti o a firmare pratiche burocratiche. Sono esclusi dall’obbligo solo gli studenti. Per il personale scolastico che non esibisce il Green Pass, al quinto giorno scatta l’assenza ingiustificata e la sospensione dalle mansioni e dallo stipendio.
All’università si applicano le stesse regole della scuola, ma in questo caso anche gli studenti sono tenuti ad avere ed esibire il Green Pass. La regola vale per le lezioni, ma anche per l’accesso agli altri luoghi universitari: biblioteche, aule studio, residenze, mense. I ragazzi senza Pass dovranno seguire seminari e spiegazioni a distanza, il personale dal quinto giorno di assenza ingiustificata sarà sospeso dalle mansioni e dallo stipendio.
L’obbligo vaccinale, già previsto per il personale sanitario, si estende ora anche alle Rsa. Dal 10 ottobre i lavoratori che arrivano dall’esterno ed entrano nelle Rsa dovranno aver ricevuto le somministrazioni. Il decreto legge obbliga la vaccinazione per “mantenere le condizioni di sicurezza nella cura e nell’assistenza” e certifica che la vaccinazione costituisce un “requisito essenziale”. Per quanto riguarda le visite ai parenti invece c’è l’obbligo di Green Pass. Negli ospedali sono le aziende sanitarie locali a dover decidere ma la maggior parte delle strutture chiederà di esibirlo per entrare in corsia e in reparto per le visite.
Nuove regole per lo sci. Molto probabilmente il Green Pass diventerà obbligatorio per tutti gli impianti di risalita. Variano solo le capienze. Gli operatori del settore propongono che in seggiovia si al 100% (ridotta all’80% nel caso in cui sia coperta dal paravento), in cabinovia e funivia all’80%, con i finestrini sempre aperti. Il ministro Enrico Giovannini aveva emanato delle linee guida che prevedevano capienza assai più ridotte.
La Certificazione verde è obbligatoria anche per andare al cinema, per assistere a uno spettacolo, a un concerto o per visitare mostre e musei. Il governo sta discutendo, assieme al Comitato tecnico scientifico, sull’opportunità, a partire dal mese di ottobre, di aumentare la capienza in alcuni luoghi o eventi della cultura. Dal 15 ottobre anche gli esercenti, i gestori, le guide e il personale dei luoghi della cultura dovranno avere il Pass.
Per allenarsi in palestra, fare judo, nuotare in vasca serve il Green Pass. Il nuovo decreto estende l’obbligo anche agli allenatori, alle segreterie, ai proprietari delle palestre e delle piscine. Non serve invece per correre o fare yoga all’aperto. Anche per assistere agli eventi sportivi, ancora a capienza ridotta come quelli culturali, serve il Certificato.
L’obbligo di Green Pass per chi vuole mangiare o bere nei locali al chiuso di bar, ristoranti, enoteche, locali è già previsto dal 1° settembre. Ma dal 15 ottobre anche i ristoratori, i cuochi, i lavapiatti, i camerieri dovranno avere il Certificato verde per lavorare.
Il Green Pass si può ottenere a una di queste tre condizioni: la vaccinazione, la guarigione dal Covid o l’esito negativo di un tampone. Per i vaccinati la certificazione verde è valida 14 giorni dopo la prima dose e fino alla seconda. Al completamento del ciclo vaccinale il Green Pass viene aggiornato ed è immediatamente valido e dura 12 mesi. Se si è guariti dal Covid negli ultimi sei mesi si può scaricare e stampare il Pass e la sua validità è di 6 mesi. Se ci si è anche sottoposti a una dose di vaccino dopo la guarigione la Certificazione dura allora 12 mesi dalla data dell’infezione. Con il tampone la durata varia a seconda del test: se si è negativi a un antigenico è di 48 ore. Se ci si sottopone a un molecolare e il risultato è negativo la durata del Pass sarà di 72 ore, si attende solo l’ultimo ok.