“Per piacere non pubblicate più fotografie di mio figlio, né video”: a lanciare l’appello agli organi di stampa è Carmela, la mamma di Samuele, il bimbo morto a Napoli precipitando dal balcone della sua abitazione al centro della città, e la cui dinamica è al vaglio degli investigatori, ancor più in seguito al fermo di un 38enne, collaboratore domestico della famiglia.
Distrutti dal dolore i genitori del bimbo; la mamma chiede ‘pietà’ per il suo piccolo, e chiede agli organi di informazione di non pubblicare le sue fotografie.
Nelle ultime ore, su Tik Tok si è rapidamente diffuso un video, immediatamente rilanciato da diversi organi di stampa. Il video, pubblicato dall’account @maydasamu, ora sospeso, ritraeva una registrazione in cui proprio il piccolo deceduto in circostanze tutte da chiarire, pronunciava una frase choc. “Io ti butto abbasc perché tu sei una lota”, diceva in dialetto. “Io ti butto giù, perché tu sei una schifezza”. Le immagini risalgono allo scorso inverno, così come comprovano gli addobbi natalizi e il pigiama di pile indossato dal piccolo Samuele. Lo scenario introdotto da questo video, lascia ipotizzare che il bambino nel video in questione stesse imitando qualcuno che nei mesi scorsi potrebbe averlo minacciato e che lanciandolo giù dal balcone, avrebbe poi concretizzato quell’inquietante monito.
Il principale indiziato resta il domestico di 38 anni con problemi psichici, Mariano Cannio, fermato poco dopo la morte del piccolo. L’uomo ha negato di aver ucciso Samuele volontariamente, parlando confusamente durante la deposizione con il sostituto procuratore di un incidente. Al momento è difeso d’ufficio dalla cassazionista Carmen Moscarella. Cannio è molto conosciuto nel quartiere e a lui si affidano diverse famiglie del posto per le pulizie domestiche.
Il 38enne ha spiegato di aver preso in braccio il piccolo, ma non sa spiegare come sia potuto accadere che il piccolo sia precipitato dal terzo piano. Un incidente, è questa la versione fornita dall’indiziato numero uno agli investigatori. Ha inoltre ammesso di avere anche dei problemi psichici. Restano dei buchi importanti nella sua versione che è al vaglio della polizia che sta indagando sulla vicenda.
L’udienza di convalida prevista per la mattinata di lunedì 20 settembre. Il fermo di Cannio è avvenuto dopo l’interrogatorio della madre del piccolo che è incinta all’ottavo mese di gravidanza e che ha spiegato di non aver fatto subito il nome del domestico perché sotto shock per l’accaduto.
Monsignor Battaglia, durante l’omelia per la solennità di San Gennaro di oggi, domenica 19 settembre, ha voluto esprimere parole di forte vicinanza per i familiari del bimbo.