Mancano pochissimi giorni all’inizio del terzo anno scolastico ai tempi del coronavirus e il governo vaglia le soluzioni più efficaci da adottare per permettere lo svolgimento delle lezioni in presenza: green pass, mascherine, finestre aperte, distanziamento, professori per la maggior parte in classe già dai primi giorni.
Le misure di sicurezza sono sostanzialmente confermate, anche se c’è il vaccino per evitare di vedersi costretti a tornare alla didattica a distanza.
La mascherina continua ad essere l’arma più efficace per evitare i contagi e pertanto gli studenti saranno obbligati ad indossarla anche tra i banchi, qualora non sia possibile il distanziamento di un metro ed è fortemente raccomandata in ogni situazione: nei corridoi, in mensa, nei bagni e negli ambienti chiusi. Al banco, se distanziati e fermi, si potrà cambiarla e mettere una mascherina di stoffa più sopportabile soprattutto per i lunghi periodi.
Al momento, quindi, sembra essere stata bocciata l’ipotesi di abolire la mascherina per i vaccinati. Le linee guida sono in corso di elaborazione con il ministero della Salute e il garante della privacy, ma non sono attese prima della fine del mese.
Per quanto riguarda l’obbligo di green pass per gli insegnanti e il personale è in arrivo la piattaforma del ministero per il controllo automatico da parte dei presidi. Dovrebbe arrivare entro il 13 settembre, giorno di inizio scuola in dieci regioni. Elaborata da Sogei, permetterà di incrociare i dati sulle vaccinazioni con quelli dei professori assegnati ad ogni istituto. Il preside dovrà chiedere il green pass soltanto a coloro che non sono in regola. Se non hanno il green pass non potranno entrare a scuola e saranno considerati assenti ingiustificati: alla quinta assenza, anche non consecutiva, saranno sospesi da incarico e stipendio. Non è invece previsto alcun obbligo di green pass per gli studenti di tutte le età.
Più flessibili le regole relative al distanziamento, se non è possibile rispettare la distanza prevista, si potranno mettere i banchi un po’ più vicini purché si tenga sempre la mascherina chirurgica e si applichino tutte le altre regole di precauzione. Compresa quella che impone di tenere le finestre aperte per cambiare l’aria: soltanto alcune scuole hanno approfittato dei fondi messi a disposizione dal governo per acquistare filtri o altri dispositivi. Per la maggior parte, la corrente d’aria consigliata dal Cts resta l’unica misura utile per areare i locali.
Nella maggior parte delle città italiane, gli studenti delle scuole superiori faranno i turni, in ingresso e uscita per ridurre gli assembramenti sui bus e sui treni. Dal 13 settembre sarà sperimentata una piattaforma che permetterà ai presidi di seguire i flussi dei propri studenti sui mezzi pubblici.
Riaprono anche le mense, dove sono raccomandati turni e distanziamento ai tavoli visto che per mangiare bisogna togliere la mascherina. Riprenderà anche l’educazione fisica in palestra o, meglio, all’aperto. Consentita la pratica della ginnastica senza mascherina, ma niente sport di gruppo o di contatto e distanziamento di due metri se si è all’interno.
La gestione dei contagi in classe è affidata all’Asl. Le regole del protocollo prevedono che ci sia una quarantena di 10 giorni per i non vaccinati e di 7 per i vaccinati, alla fine della quale, previo tampone e certificazione, si possa tornare in classe. È una delle norme più contestate perché obbligherebbe alla didattica mista per i tre giorni in cui i vaccinati sono in classe e gli altri no. Germania e Francia hanno già notevolmente alleggerito le misure di isolamento in caso di contagio in classe.