Il Canone Rai resta nella bolletta elettrica. Seppure nei giorni scorsi era circolata con insistenza la notizia dell’eliminazione dalla bolletta di una delle tasse più contestate dagli italiani, l’approvazione, prevista per fine luglio 2021, del disegno di legge sulla Concorrenza, che avrebbe dovuto contenere proprio il provvedimento sull’abolizione del pagamento della tassa in bolletta, slitta a settembre 2021.
Il Canone Rai al momento è incluso nella bolletta dell’energia elettrica e incide per un importo di 9 euro al mese (18 euro ogni bolletta bimestrale) fino al raggiungimento di 90 euro l’anno per la sua riscossione.
Un provvedimento scaturito dall’impegno, preso dal Governo italiano direttamente con l’Europa e riportato all’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che riguarda la cancellazione dell’obbligo per i venditori di elettricità di raccogliere tramite le bollette somme che non sono direttamente correlate all’energia. Anche se nel Pnrr non si fa nessun riferimento esplicito al Canone Rai, la tassa per la televisione pubblica rientrerebbe a pieno titolo in queste voci da cancellare.
L’impegno, quindi, è quello di eliminare le spese non direttamente collegate ai costi dell’elettricità nell’ottica di una maggiore trasparenza.
Si ritorna quindi al passato, con il Canone Rai che non sarà più prelevato dalle casse degli italiani in maniera forzata, ma verrà nuovamente pagato a parte, probabilmente in unica soluzione.
Il canone Rai fu istituito nel 1938 dal Governo di Benito Mussolini con il Regio decreto numero 246 del 2 febbraio 1938. Inizialmente la tassa fu voluta per finanziare la propaganda del regime fascista e in un’epoca in cui il televisore era stato inventato da poco ed era esclusiva di pochi cittadini abbienti, il canone era richiesto soprattutto per il possesso della radio
Il canone Rai inizialmente costava 8 lire l’anno. Nel 1954 il costo annuale dell’abbonamento Tv era salito a 15mila lire. Nel 1977 iniziò la differenziazione di costi per la Tv bianco e nero e quella a colori: per la prima era richiesto un canone di circa 25mila lire mentre per la secondo l’importo era di circa 49 euro. Andando avanti negli anni la differenziazione tra i due tipi di abbonamento è andata via via assottigliandosi poichè sempre meno italiani avevano un televisore bianco e nero con la massiccia diffusione di quello a colori, ma solo nel 1992 l’imposta si è unificata (basti pensare però che l’anno precedente, 1991, la differenza tra i due canoni era di sole 4mila lire: 138mila lire per la tv bianco e nero, 142mila lire per quella a colori).
La legge di Stabilità introdotta nel 2015 ha reso obbligatorio il pagamento del Canone Rai direttamente nella bolletta elettrica. Il provvedimento era stato preso con lo scopo di fermare l’evasione fiscale dell’imposta per la televisione pubblica. Così, i 90 euro totali della tassa, sono stati divisi in 10 mensilità da 9 euro l’una e inseriti tra le voci della bolletta della luce.
Anche quest’anno, fermo restando che sarà comunque necessario rientrare in determinati parametri anagrafici e di reddito, alcuni contribuenti italiani avranno la possibilità di non pagare il canone Rai. La tassa, inserita ancora all’interno della bolletta dell’energia elettrica, ammonta a 90 euro l’anno, ed è tradizionalmente suddivisa in 10 rate da 9 euro cadauna (nel caso di bollette mensili) o in 5 rate da 18 euro (in caso di bollette bimestrali).
Generalmente il termine per la presentazione della specifica domanda di esonero dal pagamento del canone Rai è il 31 luglio. Quest’anno, tuttavia, a causa dello slittamento a dopo ferragosto delle scadenze fiscali, la richiesta potrà essere inoltrata entro e non oltre venerdì 20 agosto.
Per poter ottenere tale esenzione il Fisco richiede ai contribuenti una serie di requisiti:
1)Il compimento di 75 anni di età entro e non oltre il 31 luglio;
2)Un reddito annuo che non superi la soglia degli 8mila euro, considerando la somma del reddito del richiedente e di quello del coniuge;
3)Non risultare conviventi con soggetti titolari di un reddito proprio, con l’unica eccezione per colf, badanti o collaboratori domestici;
4)Essere in possesso di uno o più apparecchi televisivi all’interno dell’abitazione nella quale è fissata la residenze del richiedente: nel caso in cui la dimora sia diversa, infatti, non si potrà ottenere l’esenzione dal pagamento del canone Rai.
Se i requisiti anagrafici e fiscali sopra citati saranno soddisfatti, il diretto interessato avrà diritto all’eliminazione di metà del totale della tassa. Nel caso in cui, invece, i 75 anni siano stati compiuti dal richiedente entro il 1° gennaio 2021, quest’ultimo ha diritto all’esenzione totale: un beneficio, comunque, già decaduto, dato che la domanda per puntare al 100% di cancellazione del canone doveva essere inoltrata entro lo scorso 20 aprile.
Per ottenere l’esenzione sarà necessario compilare e consegnare l’apposito modulo di domanda fornito direttamente dall’Agenzia delle entrate. Oltre alle consuete informazioni anagrafiche, come accennato in precedenza, il richiedente dovrà specificare di essere in possesso dei quattro requisiti richiesti espressamente dal Fisco.