23 anni, nata a Torre Annunziata, Centosettantaquattro centimetri di altezza per un peso che le permette di gareggiare nella categoria 54-57 chili: Irma Testa è la prima donna pugile italiana a vincere una medaglia olimpica.
Nata a Torre Annunziata il 28 dicembre 1997, Testa si avvicina al mondo del pugilato perché era la passione di sua sorella. A 14 anni, vince la sua prima medaglia europea.
Due anni dopo, conquista l’argento mondiale nella categoria Youth, ai Giochi giovanili di Nanchino. A maggio del 2015 si aggiudica i mondiali femminili juniores di Taiwan. Ad agosto, un altro oro ai campionati europei, sempre nella categoria Youth. Ad aprile 2016 si qualifica ai Giochi di Rio 2016. È la prima pugile italiana a gareggiare alle olimpiadi.
Testa non ha nascosto i problemi psicologici che hanno accompagnato la sua carriera. La lontananza dalla famiglia per seguire gli allenamenti e i tornei l’hanno fatta soffrire molto fino al punto di indurla in più di un’occasione a mollare la boxe. È il maestro di vita, allenatore e vera figura paterna di Testa a convincerla a perseverare: Lucio Zurlo, il coach che l’ha guidata e supportata fino a Tokyo.
Le difficoltà della boxer 23enne sono tutte raccontate nel docufilm Butterfly, presentato alla Festa del Cinema di Roma nel 2018. Regista e cameraman hanno seguito dal 2015 per tre lunghi anni gli allenamenti, le gare, i sogni e le delusioni del giovane talento di Torre Annunziata. Diciottenne, e già riconosciuta come futuro del movimento di pugilato italiano.
Non l’ha aiutata la provenienza da un posto difficile, la distanza dalla famiglia, unico punto fermo insieme al coach Zurlo, le enormi pressioni sui suoi risultati che arrivavano dal mondo della boxe.
La sconfitta alle Olimpiadi di Rio, e ancor di più il livore sui social dei fan della boxe, le cui aspettative non sono state rispettate, risvegliano i dubbi. Inizia un periodo di depressione: i commenti sprezzanti su Facebook la trascinano nuovamentenel baratro della depressione. Se a Tokyo 2020 fosse andata diversamente, forse Testa avrebbe davvero appeso i guantoni al chiodo. Ma così non è stato: il talento di Torre Annunziata ha vinto già il bronzo, la prima medaglia olimpica per lei e per il pugilato femminile italiano.