Al vaglio del governo gli ultimi dettagli per introdurre il green pass. L’intento è di utilizzare questa strategia come uno strumento utile a non fermare di nuovo il Paese e a garantire alle attività al chiuso di continuare a lavorare anche in caso di una nuova impennata dei contagi in quei territori che non si trovassero più in zona bianca.
A questo stanno lavorando le Regioni, che ieri si sono riunite per elaborare le proposte da portare al tavolo del governo prima del Consiglio dei ministri (riviato a domani, giovedì 22 luglio) per varare il nuovo decreto legge sulle modalità di utilizzo del green pass, che dovrebbe essere mantenuto anche per una sola dose con l’invito stringente ad accelerare la seconda, sui nuovi criteri per definire i colori delle Regioni e sulla proroga dello stato di emergenza. Si lavora per cercare soluzioni condivise che contribuiscano a tenere sotto controllo la variante Delta e consentano all’Italia di restare in fascia bianca almeno fino al 15 agosto. Per il ministro della Salute, Roberto Speranza, è importante che il green pass venga «utilizzato in modo intelligente ed estensivo». I governatori si sono confrontati durante la Conferenza delle Regioni e propongono di utilizzarlo fuori dalle zone bianche per ristoranti e locali al chiuso e dovunque per consentire l’accesso nei luoghi più affollati, come in discoteca. Ma se sulla necessità del pass per i grandi eventi c’è un accordo di massima, si discute ancora sui ristoranti e locali pubblici al chiuso. Un possibile compromesso allo studio potrebbe essere quello di accontentarsi, in questo caso, di una sola dose di vaccino, mentre ne servirebbero due per le occasioni con maggiore assembramento.
Misure diversificate, dunque, a seconda del livello di rischio di contagio. Anche se su questo punto non c’è ancora una linea comune. Altro capitolo determinate, ora che la curva epidemiologica sale e che più della metà degli italiani sono immunizzati, è il cambiamento dei parametri che determinano i colori delle Regioni.
Rt e incidenza settimanale dei casi sono destinati a passare in secondo piano, lasciando che siano gli ingressi in terapia intensiva e le ospedalizzazioni a pesare sulla classificazione delle aree a rischio. Speranza vorrebbe che il passaggio in zona gialla, e quindi il ritorno alle restrizioni, avvenisse quando si supera il 10% dei posti letto occupati nei reparti ordinari e il 5% nelle terapie intensive, ma i governatori considerano questa ipotesi troppo restrittiva e spingono per alzare le soglie al 20% per le degenze ordinarie e al 15% per le intensive, con la possibilità di introdurre elementi di flessibilità per le Regioni più piccole.
Nelle raccomandazioni che saranno poste all’attenzione del governo, anche la valutazione del peso della popolazione vaccinata e il numero dei tamponi.
Quanto allo stato di emergenza in scadenza il 31 luglio, il governo sta valutando di estenderlo fino alla fine dell’anno. Una decisione legata alla recrudescenza del virus e alla tornata elettorale d’autunno. La decisione ultima verrà presa dalla cabina di regia prima del Consiglio dei ministri.