La pandemia e i lockdown Covid-19 hanno sacrificato il talento e la grazia di migliaia di musicisti, cantanti, rapper, dj, interpreti, autori. Hanno sabotato la loro creatività, annientando le scintille visionarie, la capacità di raccontare storie|emozioni che spesso rappresentano storie|sentimenti dei propri simili. A prescindere dal fattore coetaneo e dalla geografia di origine. Tanti si illudono, celebrando questa o quella ripartenza culturale e turistica, ma è evidente che le conseguenze del dolore porteranno effetti a lunghissimo termine, in particolare nei più giovani. In questo terremoto emotivo ogni tanto subentra una crepa di luce felice. Una possibilità di stare assieme, condividere un’esperienza, una dose di allegria. Eccolo il plot narrativo di INDIE, ROCK e DINTORNI. Un progetto coordinato da Ravello Creative L.A.B. srl e finanziato con fondi POC 2014/2020 ad hoc per la metropoli del golfo partenopeo. Perché nel sulfureo andirivieni di artisti e idee, canzoni e concerti vietati, è proprio quello il vortice magmatico e sorprendente che non va assolutamente perduto o violentato. Alla ex NATO non ci sarà un festival di quelli stratosferici in stile luna park. Non sarà un megaraduno rivoluzionario, disobbediente e disinibito. Innegabilmente è – invece – una maniera sana e coraggiosa per reagire e per cominciare un processo di coesione fra artisti, sensibilità e produzioni autonome. Il titolo non poteva essere che uno, va ribadito: INDIE, ROCK e DINTORNI. Perché l’essere naïf, emancipati e originali fa sì che la reazione collettiva sia generosa e esplosiva.
Devono tornare a essere un ricordo cruciale i live via social network, le dirette musicali da casa, i dj set in streaming video. La musica è un corpo fisico. I concerti sono spettacoli dal vivo per i vivi e un incontro privilegiato fra sconosciuti che si scoprono all’unisono e nel medesimo spazio. Stop all’alienazione domestica, ora.
Tutti gli artisti coinvolti per questo progetto, dagli Almamegretta ai Fitness Forever, da Speaker Cenzou a O’ Iank, durante la forzata clausura non hanno smesso di elaborare strofe, suoni, versi, beat, collaborazioni. I loro studi e le loro abitazioni si sono adattati in oasi di intelligenza e intuizione, nell’attesa che si tornasse alla luna per portare in girotondo brani inediti, album classici, ritornelli e scratch, invettive, ballad, serenate e freestyle. Setacciando la città da San Giovanni a Teduccio a Posillipo, da Secondigliano a Bagnoli, dai Decumani al Vomero a Chiaia, fino a raggiungere l’hinterland per completare un dinamico mosaico ritmico, è emersa una squadra di artisti che in tre differenti serate – ciascuna delle quali inizierà con uno speciale dj set in consolle al tramonto – farà pulsare il quartiere a Ovest di gioia e benessere.
Una volontà audace e underground accomuna il cast di artisti che si esibirà sul palcoscenico dell’ex base NATO, posizionato in modo che la platea di spettatori possa ammirare in prospettiva il promontorio di Posillipo e la silhouette dell’isola di Capri. La musica e la natura paesaggistica del territorio ancora una volta in una simbiosi cult.
Per questa genetica intesa, l’Heart Immunity Tour degli Almamegretta trova accoglienza laddove una volta si architettavano conflitti e violenze. Dopo aver brindato al 25esimo anniversario di “Sanacore“, la band che vede Raiz al canto ritorna nella sua città con la tenacia dub, il groove elettronico nei muscoli e il Mediterraneo dentro agli occhi. Accanto a loro, i divertissement disco-surf rétro dei Fitness Forever di Carlos Valderrama e Gigi Scialdone e le correnti nordafricane del canto di M’Barka Ben Taleb.
Speaker Cenzou porta in grembo le dinamiche rap-black, The Rivati le blues-song acustiche e K-Conjog le intuizioni ambient-electro. O’Iank è la parola di strada in canzoni irregolari, Vojago la dimensione partenopea ethno-world e Tartaglia Aneuro un folk-caraibico sospeso tra ironia e introspezione. Aldolà Chivalà è la satira nonsense in nuvole di poesia funk, PeppOh il soul che si intrufola pure dove le storie sono aspre, e Gabriella Di Capua l’altalena acid-jazz/rock. Abbondano le signore in palcoscenico, sì: Flo, per i sentimenti metropolitani e i canti d’autrice no border. Donix per la rinnovata coscienza urban-r’n’b. Roberta Nasti, per una lingua jazz che sa flirtare con i suoni pop. AAA: i Valderrama 5 e le loro caotiche e caustiche propensioni garage-lounge sono lì pericolosi e spiritosi. E poi la carovana hip hop dei Keep It Real. Apre la parata un trio di sfavillanti selecter, attesi sera dopo sera per una sorta di warm up dei tanti concerti: DJ Uncino (già nella audace crew Sangue Mostro e dj ufficiale del rapper Luchè) con i suoi irrefrenabili scratch di matrice hip hop, DJ Loonia nelle sue tentazioni dub e DJ Sapiens emerso dall’oasi house. A condurre le tre serate sul palco sarà Miss Lady V.