La notizia della morte dell’attore Libero De Rienzo ha suscitato forte commozione e ha lasciato incredulo il popolo del web. L’attore, stroncato da un infarto all’età di 44 anni, ha interpretato il ruolo del giornalista Giancarlo Siani nel film “Fortapàsc” di Marco Risi.
Il corpo dell’attore, regista e sceneggiatore napoletano è stato ritrovato senza vita, alle 20 di giovedì 15 luglio, nella sua casa di Roma da un amico che non aveva più sue notizie da qualche giorno.
De Rienzo sarebbe stato colpito da un infarto. La Procura di Roma ha avviato delle indagini per accertare le cause della morte dell’attore compianto dai colleghi e da tantissimi estimatori. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione Madonna del Riposo che indagano sul ritrovamento, oltre ai sanitari del 118. Sul corpo dell’attore, nato a Forcella nel 1977 e cresciuto a Roma dall’età di due anni, non ci sarebbero segni di violenza. La data dei funerali non è stata ancora fissata, la salma sarà seppellita in Irpinia, accanto alla madre.
De Rienzo, per gli amci era ‘Picchio’, lascia la moglie Marcella Mosca, scenografa originaria di Procida, e due splendidi bambini di 6 e 2 anni. Nel 2020 avevano lavorato insieme sul set di “Fortuna”, il film di Nicolangelo Gelormini, ispirato alla vicenda di Fortuna Loffredo. Lei ha firmato le scene, lui ha interpretato il ruolo di Pietro. De Rienzo che da bambino trascorreva le vacanze a Procida con la moglie Marcella aveva acquistato una piccola casa sull’isola e amava andarci con i figli.
De Rienzo agli esordi ha vinto nel 2002 il Premio David di Donatello come miglior attore non protagonista nel film “Santa Maradona” di Marco Ponti. Interprete intenso dal piglio ironico e mesto, De Rienzo ha poi recitato nel film “La kryptonite nella borsa” di Ivan Cotroneo, girato a Napoli nel 2011, è stato diretto da Valeria Golino in “Miele” e dal 2014 ha preso parte al cast della saga commedia surreale di Sydney Sibilia “Smetto quando voglio” e ai sequel “Smetto quando voglio- Masterclass” e “Smetto quando voglio – Ad honorem”.