Il 15 luglio del 2020, il 33enne Mario Paciolla moriva in circostanze ancora tutte da chiarire in Colombia.
Ritrovato nel suo appartamento a San Vicente del Caguán in Colombia con un lenzuolo avvolto attorno al collo, il 33enne napoletano cooperante ONU, dal 2016 viveva nel paese Sudamericano e dal 2018 collaborava con la Missione delle Nazioni Unite sulla verifica degli accordi di pace tra il governo locale e le Farc. Paciolla era impegnato nella stesura del report della missione nell’ambito di un programma di reinserimento sociale per gli ex guerriglieri. Un compito che svolgeva con minuziosità e dedizione.
A distanza di un anno, la sua morte resta ancora avvolta nel mistero. I familiari, gli amici e le persone che conoscevano Mario, escludono con fermezza l’ipotesi del suicidio e non hanno dubbi in merito al fatto che sia stato ucciso e per questo rivendicano con fermezza che venga fatta luce sulla verità.
Pochi giorni prima di morire Mario era terrorizzato e stava organizzando il viaggio di ritorno a casa. A sua madre aveva detto di non sentirsi più al sicuro e stava già pianificando la sua fuga. Aveva comprato un biglietto aereo per trasferirsi prima a Bogotà e poi raggiungere l’Italia insieme alla ex fidanzata, Ilaria Izzo. Straziante il racconto della ragazza, che ascoltata dagli inquirenti colombiani, aveva riferito i pianti e le urla di Mario la sera prima di morire: “temeva di essere intercettato e pedinato”.
Le autorità colombiane hanno inizialmente classificato la sua scomparsa come suicidio. Una teoria alla quale né la famiglia, né chi lo conosceva bene ha mai creduto.
La procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio. Gli investigatori italiani si sono già recati in Colombia per acquisire informazioni utili, ma sulla questione c’è il massimo riserbo. Anche l’autopsia necessita di ulteriori approfondimenti. Mancano delle delucidazioni e il lavoro è limitato dai tessuti del corpo che si consumano con il passare del tempo. Inoltre, la salma di Mario è arrivata ai medici legali in condizioni precarie e senza che il cadavere fosse stato ricomposto dopo una prima autopsia oltreoceano.