L’ennesimo colpo a sorpresa, nell’ambito della faida di camorra che si combatte dallo scorso settembre a Ponticelli, lo hanno messo a segno le forze dell’ordine compiendo l’ennesimo arresto eccellente che concorre ad indebolire il clan Minichini-De Luca Bossa, in lotta per il controllo del territorio con il clan De Martino.
A finire in manette Domenico Di Pierno, detto o’ bill, elemento di spicco del clan del Lotto O di Ponticelli, indicato dal pentito Rosario Rolletta tra i partecipanti all’agguato di cui rimase vittima lo scorso 2 novembre mentre transitava in auto lungo via Argine:
“Dopo l‘agguato ad Ali’ si sparse la voce che potevo essere stato io uno degli autori del fatto perchè quel giorno la Polizia mi fece un controllo in serata e non mi trovò a casa perchè io ero fuori a festeggiare. Proprio per questo motivo ho subito un agguato. A spararmi furono Peppe ‘o Blob, Nicola, figlio di Alì e Gigino Austero che viaggiavano a bordo di una Panda grigia da cui partirono i colpi. Insieme alla panda grigia vi era un’altra auto, sempre una Fiat Panda ma di colore rosso che tentava di bloccare la mia vettura, a bordo di questo veicolo vi era Luchetto e O’ Bill. In macchina al momento dell’agguato ero da solo. Mi hanno sparato sotto al ponte di Caravita dopo che mi hanno inseguito. L’inseguimento inizio sotto casa mia e ricordo che furono sparati circa 12 colpi da Peppe ‘o Blob che sedeva sul sedile passeggero.”
Rolletta, inoltre, nel ricostruire le circostanze in cui è maturato l’agguato in cui rimase ferito, cita “‘o Bill'” in un’altra circostanza:
“Quando ero in ospedale ho contattato Cardillo Salvatore, mia moglie e se non sbaglio Fiorentino Giulio; sono poi stato contattato da Salvatore De Martino e Ricci Carmela che volevano sapere come stessi. Voglio precisare che Mario Chiummiello detto guappetiello, soggetto a cui sono legato sin da bambino, mi riferì che prima del mio agguato erano venuti a cercarmi a Caravita Gigino Austero, Peppe o’ Blob e O bill che mi avevano cercato e non mio avevano trovato. Chiummiello mi disse in particolare che erano venuti a bordo di motociclette e che mi avevano chiamato dalla strada abbuffandomi di parole in considerazione del fatto che nonostante loro avessero fermato le piazze di spaccio, io continuavo a prendermi le estorsioni.”
Non risulta difficile capire perchè Di Pierno era finito da qualche tempo nel mirino delle forze dell’ordine da tempo. Il suo nome figura anche nell’ordinanza che lo scorso 20 maggio ha tradotto in carcere Luigi Austero, Luca La Penna e Alfonso De Luca – quest’ultimo poi successivamente rilasciato – i tre esponenti del clan Minichini-De Luca Bossa ritenuti responsabili dell’esplosione di una bomba in via Esopo lo scorso 11 maggio.
Nelle fasi successive all’agguato, per effetto della forte deflagrazione, l’auto degli attentatori rimase in panne, costringendoli a fuggire a piedi. La Penna, detto Luchetto, e De Luca, sono riusciti ad arrivare a piedi presso un b&b dove hanno ottenuto un passaggio, mentre Luigi Austero e un soggetto non identificato, si sono allontanati a piedi verso le ‘5 Torri’ in via Malibran, il rione gestito da La Penna e ’o bill per conto del clan.
Gli agenti del commissariato Ponticelli, durante un servizio di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti, hanno effettuato un controllo in via Malibran presso l’abitazione del 33enne dove hanno rinvenuto 62 involucri contenenti 60 grammi circa di marijuana, una busta con circa 25 grammi della stessa sostanza e diverso materiale per il confezionamento della droga.
Di Pierno, elemento di spicco del clan Minichini-De Luca Bossa, è stato quindi tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.
Il clan del Lotto O si vede così privare di un altro tassello prezioso.