Gli arresti che negli ultimi giorni si sono alternati su entrambi i fronti, rimaneggiando sia i De Martino che i Minichini-De Luca Bossa, i due clan in lotta per il controllo dei traffici illeciti a Ponticelli, non sono serviti a sedare i toni della faida.
Nel corso della serata di domenica 23 maggio, i sicari della camorra locale sono nuovamente entrati in azione per compiere una “stesa” in via Decio Mure, nei pressi della chiesa di San Francesco, nel rione Lotto O di Ponticelli, fortino del clan De Luca Bossa.
Sul posto sono giunti i carabinieri per effettuare i rilievi del caso, allertati dai residenti in zona, allarmati dal clima di perenne terrore nel quale sono costretti a vivere.
Nel Rione Lotto O, di recente, già in diverse occasioni si sono registrati episodi analoghi. Scorribande di individui armati che, in sella agli scooter, esplodono una pioggia di proiettili, puntando le pistole verso il cielo. Un radi a scopo intimidatorio, ma anche un modo per sfidare il clan rivale.
I giovani aspiranti leader della malavita locale contigui al clan De Martino da diversi giorni hanno inasprito la faida esplosa lo scorso settembre, in seguito alla rottura degli accordi con l’egemone clan De Luca Bossa-Minichini-Casella perchè insoddisfatti della quote che venivano riconosciute alle famiglie dei detenuti. Un pretesto che in realtà cela la volontà della mente del clan costituito dai giovani soprannominati XX: Carmela Ricci, detta donna Lina, moglie di Francesco De Martino e madre del killer ergastolano Antonio, non si accontenta di un posto nelle retrovie nell’ambito della scena camorristica locale e rivendica per il clan che porta il nome della sua famiglia un posto di primo ordine.
Il clan De Martino, capeggiato dal figlio minore di Carmela Ricci, conta sulla fedeltà incondizionata di un esercito di giovani, quelli nati e cresciuti nello stesso rione di Antonio XX e che lo vivono come una divinità da osannare ed omaggiare, a suon di azioni criminali, malgrado i due fine pena mai incassati da uno dei killer più sanguinari della storia camorristica di Napoli est. I quattro arresti maturati lo scorso martedì 18 maggio non hanno scalfito minimamente i piani dei De Martino e il raid maturato poche ore fa lo dimostra.
Un esercito di ragazzi, incensurato o a carico dei quali figurano piccoli precedenti penali, inesperti in materia di malavita e inconsapevoli dei pericoli ai quali sono quotidianamente sovraesposti, i De Martino o meglio “gli XX” seguitano ad inseguire il sogno di conquistare la leadership camorristica del quartiere, scalzando gli odiati rivali. Un sogno che appare perseguibile, in quanto pochi giorni fa sono scattate le manette anche per tre affiliati al clan rivale, tra le quali spicca il nome di Luigi Austero, perno portante del clan De Luca Bossa-Minichini-Casella, in seguito agli arresti che hanno tradotto in carcere nei mesi precedenti gli elementi chiave del sodalizio che ha rivendicato la sua egemonia a suon di bombe, facendo registrare l’esplosione di 3 ordigni artigianali dal 10 al 13 maggio, tutti finalizzati a consegnare un esplicito messaggi ai De Martino.
I giovani “XX”, infatti, da qualche tempo sfidano i rivali mettendone in discussione l’egemonia sul campo, andando a minacciare quotidianamente i gestori delle piazze di spaccio, intimando così lo stop del business d’oro dell’economia criminale locale. Un affronto rilanciato ed enfatizzato dalle “stese” che si registrano con una frequenza allarmante nel fortino dei De Luca Bossa, quello stesso Lotto O dove anche stasera la camorra è tornata a sparare per sottolineare che i recenti arresti non sono serviti a ridimensionare i sogni di gloria dei giovani aspiranti leader di Ponticelli.