Non si è fatta attendere la replica delle forze dell’ordine, in seguito ai recenti fatti di cronaca che hanno minato e non poco la quiete degli abitanti del quartiere napoletano di Ponticelli, dove i clan locali, in lotta per il controllo dei traffici illeciti, nell’arco dell’ultima settimana hanno fatto registrare la deflagrazione di ben 3 ordigni.
Durante il primo pomeriggio di martedì 18 maggio, la Squadra Mobile di Napoli ed il Commissariato di Ponticelli hanno dato esecuzione ad un fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di quattro persone gravemente indiziate di tentate estorsioni aggravate dal metodo mafioso.
I destinatari di tale provvedimento sono quattro giovani ritenuti contigui al clan XX, sigla identificativa del clan De Martino:
1. CARDILLO Salvatore, nato a Napoli il 30.3.2001;
2. DI COSTANZO Vincenzo, nato a Napoli l’11.11.1997;
3. FRUTTO Pietro nato a Napoli il 5.12.1998;
4. UCCELLA Ciro nato a Napoli il 31.8.1998.
Vincenzo Di Costanzo, detto il gabibbo, rimase ferito nell’agguato in cui perse la vita un altro sodale del clan fondato in seguito alla disarticolazione del clan De Micco, il 29enne Giulio Fiorentino. I due furono sopresi dai sicari del clan rivale durante la notte tra sabato 13 e domenica 14 marzo, mentre erano seduti su una panchina in via Esopo, nel Rione Incis, fortino del clan De Martino.
I quattro sono stati raggiunti da tale provvedimento per le minacce perpetrate ai danni degli spacciatori del quartiere, ai quali avrebbero intimato il pagamento di una somma di denaro per il mantenimento della piazza di distribuzione.
Un tassello fondamentale nella ricomposizione del complesso intreccio di eventi sfociati nell’escalation di violenza registrata negli ultimi giorni.
I De Martino, infatti, consapevoli di non poter contrastare la forza egemone del clan De Luca Bossa-Minichini-Casella hanno adottato una strategia più acuta, bloccando il business illecito più redditizio del quartiere, seminando panico e confusione tra i gestori delle piazze di droga a suon di minacce, lasciandoli comprensibilmente disorientati ed incapaci di riconoscere la leadership ad uno dei due clan in lotta per il controllo del territorio.
Resta da scovare “la mente pensante” capace di ideare il piano eseguito dalle giovani reclute del clan De Martino, inesperte in materia di malavita, ma fortemente galvanizzate ed esaltate dall’idea di marcare la scena camorristica di Ponticelli da protagonisti.