Lo stop forzato, a suon di minacce, imposto ai gestori delle piazze di spaccio dai De Martino per impedire che il business della droga possa rifocillare le casse del clan Casella-De Luca Bossa: questo il movente emerso in queste ore che avrebbe riacceso la faida per il controllo dei traffici illeciti a Ponticelli.
Dopo circa due mesi di calma apparente, nelle ultime 24 ore, si sono infatti registrati due episodi a distanza ravvicinata. In entrambi i casi sono stati fatti esplodere due ordigni: uno ha distrutto l’automobile di Francesco Clienti, 55enne suocero di uno dei fratelli De Martino, mentre l’altro raid è avvenuto in via Esopo, roccaforte del clan De Martino, anche denominato “XX”.
Due avvertimenti dai toni irriverenti ed espliciti, maturati per un motivo ben preciso: i giovani affiliati al clan risorto dalle ceneri del clan De Micco, di recente, avrebbero adottato un’altra strategia per scalzare l’egemonia dei Casella-De Luca Bossa. Una politica silenziosa, ma ben più fastidiosa per i rivali, perchè arreca un danno diretto alle finanze del clan: i De Martino, da qualche tempo, avrebbero iniziato a minacciare i pusher e i gestori delle tante piazze di spaccio presenti nel quartiere, costringendoli così a fermarsi per non incorrere in pericoli ben più seri. Con le piazze di droga in stand by, il cartello De Luca Bossa-Casella che tuttora detiene il controllo dei business illeciti, si vede impossibilitato a riscuotere le estorsioni sulle suddette piazze di spaccio, ovvero, una quota settimanale che gli spacciatori sono tenuti a versare al clan egemone.
Una strategia acuta che tiene conto del fatto che gli XX non dispongono della forza militare e dell’esperienza necessarie per combattere una guerra di camorra, dietro la quale si cela la mente di un esperto ed acuto conoscitore delle trame camorristiche. Non è un segreto, ormai, che il gruppo camorristico rifondatosi sui relitti del clan De Micco sia costituito da giovani inesperti in materia di malavita, a carico dei quali figura solo qualche piccolo precedente, sia guidato dalle menti ben più acute ed esperte della famiglia De Martino. Giovani galvanizzati dalla fascinazione della “chiamata alle armi” e completamente soggiogati dal mito di Antonio De Martino, soprannominato “XX”, killer spietato e temuto del clan De Micco, attualmente detenuto e condannato all’ergastolo per diversi omicidi eclatanti, necessari per consacrare la leadership camorristica di questi ultimi. Motivo per il quale quei giovani, spregiudicati ed acerbi, irriverenti e pronti a tutto pur di marcare la scena camorristica da protagonisti, altro non sono che le pedine dello scacchiere della famiglia De Martino che si riserva di manovrarli a proprio piacimento.
Malgrado i due raid a suon di bombe, avvenuti poco dopo la mezzanotte di martedì 11 maggio e intorno alle 23 dello stesso giorno, i De Martino stamattina avrebbero perseverato nel loro intento, proseguendo la pratica delle minacce a tappeto per bloccare le piazze di spaccio. Anche stamattina, i giovani contigui al clan XX avrebbero minacciato uno spacciatore puntandogli le pistole in faccia.
Sulla base di queste premesse, gli abitanti del quartiere temono legittimamente di andare incontro ad una nuova escalation di violenza.