Dalle prime luci dell’alba di mercoledì 28 aprile i Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli hanno eseguito provvedimenti cautelari emessi dal GIP del Tribunale partenopeo su richiesta della DDA, nei confronti di 21 persone ritenute legate al clan Sibillo, operante nel centro storico di Napoli e ribattezzato dai media “la paranza dei bambini”, fondato tra il 2013 e il 2015 dai fratelli Pasquale ed Emanuele Sibillo.
Gli arrestati sono ritenuti gravemente indiziati dei delitti di associazione di tipo mafioso, estorsione, ricettazione, spaccio di sostanze stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco con le aggravanti delle finalità mafiose.
Le indagini, condotte dai Carabinieri della Compagnia Napoli Centro e coordinate dalla DDA partenopea, hanno documentato un’escalation di eventi, come richieste estorsive ed esplosioni di ordigni e colpi d’arma da fuoco a fini intimidatori, che hanno segnato la quotidianità del centro storico, nell’ambito dei contrasti sorti per il controllo del territorio con l’organizzazione camorristica rivale dei Mazzarella.
Una vera e propria “strategia della tensione” adottata dai clan per sollecitare l’intervento delle Forze dell’Ordine e della Procura ai danni dei rivali. A farne le spese gli esercenti delle attività del centro, pizzerie ed esercizi commerciali, costretti a subire le richieste estorsive, le intimidazioni e le azioni violente.