Con una nuova circolare il Ministero della Salute aggiorna quella del 30 novembre ed impartisce le nuove direttive da seguire per le cure domiciliari dei pazienti affetti da Covid-19.
Confermato il no ai supplementi vitaminici e all’idrossiclorochina, gli antibiotici vanno utilizzati solo in casi particolari. Sul monitoraggio della saturazione dell’ossigeno è prescritto che sotto il 92% vada valutato il ricovero e/o ossigenoterapia a casa. Nelle fasi precoci di malattia, i medici di base possono indicare l’uso di monoclonali ed il paziente va indirizzato rapidamente ai centri regionali abilitati alla prescrizione
Una questione superata con la nuova circolare che esplicita il concetto di “vigile attesa” nei soggetti a domicilio asintomatici o paucisintomatici, indicando che si tratta di una sorveglianza clinica attiva, con costante monitoraggio dei parametri vitali e delle condizioni cliniche del paziente.
Tra le indicazioni si introduce la valutazione sui pazienti da indirizzare nelle strutture di riferimento per il trattamento con anticorpi monoclonali. È raccomandato il trattamento nell’ambito di una struttura ospedaliera o contesto che consenta una pronta ed appropriata gestione di eventuali reazioni avverse gravi.
Il trattamento deve inoltre essere iniziato non oltre i dieci giorni dall’inizio dei sintomi. Vengono anche date indicazioni più accurate sull’utilizzo dei cortisonici e specificati gli usi inappropriati dell’eparina (da utilizzare solo nei soggetti immobilizzati per l’infezione in atto) ed i farmaci da non utilizzare (ad esempio la clorochina, mentre non vanno utilizzati abitualmente i corticosteroidi).
L’eventuale utilizzo di antibiotici è invece da riservare esclusivamente ai casi nei quali l’infezione batterica sia stata dimostrata da un esame microbiologico. In particolare, nei soggetti a domicilio asintomatici o paucisintomatici si prevedono trattamenti sintomatici (ad esempio paracetamolo o FANS in caso di febbre o dolori articolari o muscolari).
Vengono introdotte indicazioni per i bambini: in quelli asintomatici non occorre somministrare alcun farmaco, mentre in quelli che accusano sintomi simil-influenzali è consigliabile, in caso di necessità, somministrare terapia sintomatica con Paracetamolo o Ibuprofene. È raro che debbano essere assunti antibiotici, mentre i cortisonici non vanno somministrati.
La circolare indica anche gli utilizzi della telemedicina, sconsigliandola però in alcune situazioni come nel caso di un “paziente non conosciuto prima dell’emergenza sanitaria che al primo contatto mostri anche uno solo dei seguenti segni: stato di coscienza alterato, dispnea a riposo, pressione sistolica minore o uguale 100. In questi casi – si legge – è indicata la valutazione in presenza da parte del medico e l’eventuale invio del paziente al ricovero ospedaliero”.
Telemedicina sconsigliata anche per i pazienti con patologie acute, croniche o con disabilità. Inoltre, per rendere omogenea e confrontabile la valutazione iniziale del paziente è importante utilizzare, indica la circolare, una scala specifica (definita MEWS) che tenga conto della valutazione di diversi parametri (come frequenza cardiaca, respiratoria, livello di coscienza). Attraverso la scala MEWS, i pazienti vengono stratificati come a rischio basso, medio o alto.