Un raid scaturito al culmine di una serie di eventi che hanno concorso ad inasprire il clima che si respira tra le strade in odore di camorra di Napoli est, quello andato in scena a Barra lo scorso sabato intorno alle 18 in via Serino, all’altezza del civico 17, e che ha portato al ferimento accidentale di una 25enne, raggiunta da un proiettile ad un piede mentre passeggiava in compagnia del fidanzato, lungo la strada teatro dell’ultima fibrillazione camorristica maturata nell’ala orientale della città di Napoli.
Un raid che collocherebbe al centro della scena un cartello camorristico nato di recente ed andato incontro ad una rapida ascesa, soprattutto per effetto dell’impulsività che contraddistingue i giovani che ormai da tempo stanno provando ad imporsi come un clan autonomo ed indipendente, palesando esplicitamente la volontà di non riconoscere l’egemonia del clan Cuccaro-Aprea.
Si tratterebbe di una famiglia sconosciuta fino a poco tempo fa, ma che nell’arco di brevissimo tempo sarebbe riuscita ad affermare la propria presenza sul territorio, soprattutto ricoprendo un ruolo di primo ordine nell’ambito del business della droga, oltre che mettendo la firma su una serie di azioni violente.
Una scalata al potere ostentata, in strada così come sui social: quegli stessi ragazzi che in un passato recente marcavano il territorio andando in giro sugli “SH”, adesso sfoggiano orologi importanti e si mostrano alla guida di auto lussuose.
Il livore e l’impeto che anima le velleità camorristiche di questo clan emergente ha di recente determinato la rottura con i Cuccaro, all’inizio del mese di aprile. Non si sarebbe fatta attendere la risposta della storica famiglia malavitosa di Barra, affidata ad uno degli esponenti più impulsivi ed irriverenti del clan che avrebbe indirizzato nei confronti della paranza composta da giovanissimi quella che nel gergo camorristico viene definita una “guapparia”: un’azione dimostrativa finalizzata a rimarcare la forza egemone del clan, in replica ad un affronto subito.
Una minaccia che non avrebbe sortito l’effetto sperato, innescando una vera e propria caccia all’uomo da parte del cartello emergente, intenzionato a stanare l’autore della “guapparia” per fargliela pagare e che sarebbe culminata in una serie di eventi così sintetizzata dai cittadini barresi: “I ragazzi della “rocella” – della zona di piazza crocelle – hanno chiuso i Cuccaro sopra, non li fanno affacciare neanche al balcone.”
Inoltre, contestualmente alla rottura con i Cuccaro, “i ragazzi della rocella” avrebbero stretto un’alleanza con un altro cartello composto da giovanissimi, quello recentemente insediatosi nel Rione Conocal di Ponticelli.
Entrambe le compagini, infatti, osteggiano lo stesso nemico: i Cuccaro-Aprea.
Nella fattispecie, il gruppo formatosi nell’ex bunker del Clan D’Amico – composto da giovani di età compresa tra i 15 e i 23 anni e tra le cui fila si annovera la presenza di soggetti imparentati proprio con i fratelli “fraulella” – mira ad allontanare gli Aprea dal Conocal. Infatti, in seguito all’affermazione dell’egemonia camorristica del clan De Luca Bossa a Ponticelli, per espressa volontà di questi ultimi, lo storico quartier generale dei “Fraulella” è passato sotto le direttive del clan Aprea. Una decisione mai recepita di buon grado dai fedelissimi del clan D’Amico, ancor più per il fatto che il Conocal sia stato consegnato nelle mani di un clan proveniente da un altro quartiere e non originario di Ponticelli.
Due gruppi costituiti da giovani, intenzionati a marcare da protagonisti la scena camorristica nei quartieri in cui sono cresciuti e che identificano nello stesso nemico l’ostacolo da abbattere per realizzare quel sogno. Motivo per il quale, da diverse settimane, le due paranze composte da giovani di Barra e Ponticelli si sono fuse in un unico clan, che seguita a mostrarsi nelle consuete scorribande in strada. Uniti e coesi, pronti a tutto pur di centrare l’obiettivo e realizzare quel sogno: si mostrano così lungo le strade di Barra, le giovanissime leve del nuovo sodalizio camorristico emergente di Napoli est.
In quest’ottica sarebbe maturata “la stesa” in via Serino, all’altezza del civico 17, zona di competenza del clan Cuccaro-Aprea. I colpi d’arma da fuoco sarebbero stati esplosi nei pressi dell’abitazione di un membro della famiglia Aprea e, secondo alcuni residenti in zona, l’intento da perseguire poteva non essere quello della “stesa”, ma il “gruppo di fuoco” emergente sarebbe entrato in azione per colpire un bersaglio ben preciso.
Quindi, potrebbe trattarsi di un agguato mancato e non di una “stesa”.
In ogni caso, saranno le immagini acquisite dai sistemi di videosorveglianza presenti lungo la strada teatro dell’accaduto, a far luce sull’intera vicenda.
Un episodio che rilancia il tema della sicurezza nell’area orientale di Napoli, dove il mese scorso la faida per il controllo del territorio ha portato all’esplosione di un ordigno artigianale nel cuore della notte.
Innegabile il coinvolgimento dei clan di Ponticelli, non solo per effetto dell’alleanza che da qualche anno, ormai, vede gli Aprea-Cuccaro vicini ai De Luca Bossa-Minichini, oltre che ai Rinaldi di San Giovanni a Teduccio. Sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti vi è anche il vincolo di parentela che intercorre tra un giovane, appartenente alla famiglia Cuccaro, e legato sentimentalmente alla figlia di un elemento di spicco del clan Minichini-De Luca Bossa, attualmente detenuto. Il giovane avrebbe ricoperto un ruolo cruciale anche nelle circostanze che avrebbero poi portato all’esplosione dell’ordigno artigianale in via Crisconio, proprio perchè il figlio minore del leader della malavita ponticellese arrestato di recente, avrebbe subito un brutto affronto da parte del rampollo di una famiglia contigua ad un clan rivale. Un fitto e complesso intreccio di fatti e persone che disegna una trama tutta da decifrare, con la faida in corso a Ponticelli per il controllo del territorio a fungere da sfondo.
Il clan composto dai giovani aspiranti boss di Ponticelli e Barra, infatti, avrebbe deciso di aggredire il nemico apparentemente più debole, dando il via ad una serie di azioni dimostrative nel quartiere di Barra e culminate nel raid avvenuto lo scorso sabato e che ha portato al ferimento accidentale di una passante.
Una scelta dettata dalle circostanze: con i Casella-De Luca Bossa in lotta con i De Martino già da diversi mesi, i giovani del Conocal punterebbero a “liberare” il rione dagli Aprea per poi valutare se e quando lanciare il guanto di sfida alle altre fazioni camorristiche di Ponticelli per contendersi il controllo del territorio, forti del supporto garantito dai nuovi alleati.