Gabriele Chelazzi è stato il pubblico ministero che ha coordinato le indagini sulle autobombe del ’93-‘94, l’attentato a Maurizio Costanzo a Roma, la strage di via dei Georgofili a Firenze e quelle di via Palestro a Milano e le due di Roma, a San Giovanni in Laterano e a San Giorgio al Velabro, oltre al fallito attentato al collaboratore di giustizia Salvatore Contorno nell’aprile 1994.
Grazie al lavoro di questo magistrato di grande rigore morale e professionale e a quello dei colleghi Piero Luigi Vigna, Francesco Fleury, Giuseppe Nicolosi e Alessandro Crini, boss e gregari di Cosa Nostra sono stati condannati definitivamente quali mandanti ed esecutori di quella stagione di terrore.
Tra questi i capi della mafia siciliana condannati dalla corte d’assise di Firenze: Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Leoluca Bagarella, i fratelli Graviano, Matteo Messina Denaro.
Il processo si aprì a Firenze il 12 novembre 1996 e si è chiuso in Cassazione il 6 maggio 2002: un ‘record’ nell’Italia delle stragi impunite.
Negli ultimi anni Chelazzi era entrato a far parte della direzione nazionale antimafia ed era stato distaccato nel capoluogo toscano per seguire ulteriori indagini sulle stragi mafiose: i cosiddetti ‘mandanti a volto coperto’ come li definì l’allora procuratore di Firenze Vigna.
Gabriele Chelazzi è morto per infarto, a Roma, nella notte fra il 16 e il 17 aprile 2003, ed è stato insignito del Fiorino d’Oro.
Da diversi anni, il 17 aprile a Firenze si svolgono iniziative in memoria della sua persona e del suo preziosissimo lavoro per la Giustizia e la Verità.