Continuano le proteste da parte del personale medico del 118 della Campania che per rendere più comprensibile la loro condizione hanno divulgato ai media una lettera aperta, indirizzata al governatore De Luca e una serie di dati che aiutano a comprendere la condizione di questa categoria, esposta al pericolo di contrarre il covid e sottopagata. Basta pensare che nel 2020, i medici del 118 hanno “chiuso a casa del paziente” ben 20mila interventi, alleggerendo notevolmente le affluenze al Pronto Soccorso.
Nel 1999 per attrarre medici a fare questo lavoro altamente usurante fu deliberata una disposizione di Giunta in Campania, come in gran parte delle regioni italiane, in cui si stabiliva un’incentivazione pari 10 mila lire all’ora, 5,16 euro di oggi.
A seguito di un’indagine della Corte dei Conti, le AASSLL della Regione Campania hanno emanato due disposizioni destinate proprio a questa categoria: l’immediata sospensione della indennità di euro 5,16 prevista dalla delibera regionale del 1999 e il recupero della somma versata negli anni. In un’unica soluzione per chi non è più dipendente, con il recupero del quinto dallo stipendio per chi ancora è in servizio. Sono 320 i medici del 118 in tutta la regione Campania soggetti alle richieste di recupero oggetto della vertenza. La ASL NA 1 ha inviato a 60 medici le richieste di recupero dell’intera somma, se nel frattempo sono andati in pensione, oppure se dipendenti con la richiesta del quinto dello stipendio. 260 i medici in attesa dei provvedimenti simili a quelli della ASL NA 1 a cura delle altre AASSLL della regione Campania.
Lo stipendio di un medico del 118 senza indennità è pari a 1.707 euro, senza indennità di 5,16 e con decurtazione di 1/5 dallo stipendio per il recupero voluto dalla Corte dei Conti.
Un medico del 118 lavora 168 ore al mese e viene retribuito 10 euro all’ora.
Presidente De Luca,
sono un medico del 118, sì uno di quegli eroi, uno di quegli angeli dell’emergenza sanitaria, che hanno affrontato a più riprese la pandemia che da tanto, troppo tempo, affligge le nostre vite.
Sono uno di quei medici che sin dalla prima ondata del contagio, quando ancora il virus spaventava, ma non se ne conosceva nulla, di giorno e di notte e con pochi strumenti a disposizione per proteggersi ed affrontare il contagio, si recava in casa delle persone disperate perché un loro familiare rischiava di morire.
In quei momenti non sentivo di essere un eroe, non pensavo di essere speciale e quando alla tv cori di giornalisti e di opinionisti si levavano all’unisono dicendo che quei medici erano degli eroi e mostravano le nostre foto con i volti rigati dai segni delle mascherine o stravolti dalla stanchezza e dall’orrore, io non mi sono mai sentito speciale, ma ho sempre pensato che non facevo altro che il mio lavoro, il mio dovere, con decoro e con dignità.
E per darmi forza lo pensavo ancor di più quando tornavo a casa, vedevo i miei figli e non potevo abbracciarli e stringerli a me, ma anzi per proteggerli li tenevo a distanza.
E invece, Presidente, dopo un lungo anno, tutto uguale a sé stesso, in cui il tempo sembra essersi fermato a quella sentenza universale di pandemia, nei giorni scorsi, infatti, ho ricevuto una lettera nella quale mi si chiede la restituzione di una cifra pari a 96000 euro, per un errore burocratico …, si pari ad euro 96 mila!!!
L’eccezionale errore burocratico, che vede coinvolti noi tutti medici del 118 e che ci riconosce debitori nei confronti dell’Amministrazione di tali cifre vertiginose, cifre che per noi professionisti del SSR sono inimmaginabili, mi ha prostrato profondamente, non solo perché evidentemente si tratta di una pretesa disperante dal punto di vista economico, ma soprattutto perché onestamente non so più in che cosa credere…. Tale pretesa offende me e la mia professionalità in modo profondo mi umilia.
Mi umilia sì, verso i miei figli, ai quali dovrò dare una spiegazione razionale e convincente di quanto mi sta accadendo, di quanto si sta pretendendo da parte loro, poiché, Presidente, è a loro che dovrò togliere con il vile danaro, dovrò fargli capire che forse il mio lavoro non è così importante, se può essere svilito con la richiesta di restituzione di un salario che è stato guadagnato legittimamente e con fatica e sacrificio, dovrò spiegargli che quel sacrificio, che anche loro hanno dovuto fare per tutto questo tempo, è stato vano.
Presidente, a nome di tutta la mia categoria, la prego di liberarci da questo insostenibile peso, di restituire a tutti noi la fiducia nelle Istituzioni.
Presidente, ci aiuti a far comprendere all’opinione pubblica l’importanza della figura degli operatori sanitari, ci aiuti a far capire l’importanza che ha avuto in questi anni il medico sulle ambulanze, ci aiuti a far comprendere che solo un sistema sanitario forte può costruite un paese, una regione, forte sotto tutti i punti di vista …l’esperienza pandemica questo ci ha insegnato.”