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Camorra Ponticelli: tornato in libertà il leader dei “Bodo” Marco De Micco

Luciana Esposito di Luciana Esposito
20 Marzo, 2021
in Cronaca, In evidenza
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Camorra Ponticelli: tornato in libertà il leader dei “Bodo” Marco De Micco
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marco-de-micco-ponticelliClamoroso colpo di scena sul fronte camorristico ponticellese: Marco De Micco, giovane leader dell’omonimo clan da lui stesso fondato con il supporto dei fratelli Salvatore e Luigi, è tornato in libertà.

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Scarcerato nel momento più propizio per gli “XX”, all’indomani del duplice agguato indirizzato a due gregari del clan rifondato sui relitti del sodalizio camorristico nato proprio per volontà del giovane soprannominato “Bodo”: un soprannome al quale è associato l’incipit di una nuova era camorristica, ma anche un nuovo modo di percepire ed interpretare la camorra, introducendo l’utilizzo di immagini iconiche, tatuaggi, messaggi subliminali. Il giovane De Micco, cresciuto in una famiglia onesta ed avulsa dalle dinamiche camorristiche locali, vede nel vuoto generato dai Sarno e nell’opportunità di business offerta dalla camorra, la possibilità da agguantare per appagare le sue ambizioni. Inizia così a gestire, per conto dei barresi, una piazza di spaccio che ben prezzo registra numeri da capogiro: è così che “Il clan dei Bodo” inizia a prendere forma a Ponticelli, prima come costola dei Cuccaro di Barra per poi andare incontro ad una rapida ascesa, dopo l’arresto di Adinolfi e l’inizio della latitanza di Angelo Cuccaro: Marco De Micco, giovanissimo e impavido, osannato, rispettato e venerato da tantissimi ragazzi, affiliati e non, tanto che quel soprannome, contornato da pistole, inizia a diventare il segno distintivo che marchia la pelle di quell’esercito di reclute, letteralmente soggiogate dalla figura carismatica del giovane De Micco.

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 In carcere dal 10 maggio 2013, Marco De Micco fu arrestato durante un banchetto di nozze, in un ristorante in provincia di Napoli, nel bel mezzo di un ricevimento di nozze, al quale partecipava tra gli invitati, sfoggiando un look da boss e un Rolex da oltre 30mila di euro.

Marco De Micco era intento a mangiare e festeggiare con i parenti quando gli agenti della sezione criminalità organizzata della Squadra Mobile e della Squadra Investigativa del commissariato di Ponticelli lo hanno stanato, mettendo fine alla sua latitanza. E hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli, nei confronti nei suoi confronti. Napoletano, 29 anni, pregiudicato, a De Micco sono contestati i reati di estorsione e violenza privata aggravata in concorso. Secondo la Questura, De Micco, è da ritenersi il capo zona referente del clan camorristico Cuccaro-Andolfi per il quartiere di Ponticelli.

Gli sono addebitate estorsioni nei confronti di alcuni imprenditori operanti nel settore dei videogiochi da sala e del gioco scommesse on-line ai quali veniva imposto il pagamento di tangenti per poter svolgere le proprie attività imprenditoriali.

Per gli 007 dell’Antimafia, Marco De Micco era un vero boss, al comando di tutto: strategie, affari illeciti, azioni violente. Il capo indiscusso del sodalizio: questo il ritratto che di lui emerge nelle varie inchieste che l’Antimafia ha condotto sui “Bodo” di Ponticelli. Marco De Micco la “fama” del boss da idolatrare, rispettare e venerare l’ha costruita e conquistata, trasformando i giovani che lo affiancavano in un vero e proprio esercito di camorra e, al contempo, conquistando il controllo di zone cruciali del quartiere ed estendendo progressivamente le mire espansionistiche del clan, fino a conseguire il controllo dell’intera Ponticelli, saldamente custodito dai suoi fratelli fino al 23 novembre del 2017, allorquando quegli stessi poliziotti hanno messo la firma su un blitz che ha fatto scattare le manette per tutte le figure di spicco del clan dei “Bodo”.

Trasferito in un carcere di massima sicurezza nel febbraio del 2016, il 37enne è stato ritenuto troppo pericoloso per scontare una pena da “detenuto comune”. Cambiò, così, per lui il regime di reclusione, con l’applicazione del 41bis, il regime più severo dell’ordinamento penitenziario, che eleva al massimo le restrizioni e i controlli e riduce al minimo i contatti del detenuto con l’ambiente interno ed esterno al carcere.

Una libertà che il fondatore del “clan dei tatuati” ha riabbracciato da circa 24 ore: scarcerato durante la giornata di giovedì 19 marzo, la notizia è stata festeggiata con un lungo spettacolo pirotecnico andato in scena in tarda serata, in prossimità dell’abitazione dello stesso De Micco.

Seppure il giovane leader dei “Bodo” non sia stato ancora avvistato dai residenti in zona, la notizia del suo ritorno a Ponticelli ha destato forte scalpore, tant’è vero che diverse sentinelle delle varie compagini coinvolte nella faida in corso, stanno generando un vistoso via vai nei pressi della sua abitazione.

Gli “XX” ritrovano quindi il leader più autorevole del clan rifondato proprio dai fedelissimi dei De Micco-De Martino: un colpo di scena che galvanizza le giovani reclute, soprattutto in seguito al duplice agguato costato la vita a Giulio Fiorentino e che ha portato al ferimento di Vincenzo Di Costanzo.

Una notizia destinata a fare più scalpore della bomba esplosa pochi giorni fa nella zona di San Rocco, storico fortino dei De Micco e che soprattutto delinea uno scenario inaspettato nell’ambito di una faida dagli esiti sempre più incerti ed imprevedibili.

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