All’alba di oggi, giovedì 18 marzo, gli agenti della polizia di Stato del commissariato di Ponticelli hanno dato esecuzione ad un’ordinanza giunta al culmine di una lunga attività d’indagine che ha portato alla disarticolazione di una delle piazze di spaccio più quotate di Napoli est, quella che da anni è radicata nell’isolato 2 del Rione De Gasperi di Ponticelli.
In manette sono finite le figure-cardine del cosiddetto “supermarket della droga”: due persone agli arresti domiciliari, altre due sono già detenute, sono scattate le manette per un altro soggetto, mentre Salvatore Romano detto “il nippolo”, figura al vertice dell’attività di spaccio, si è reso irreperibile e quindi è ufficialmente ricercato.
Latitante il ras della droga di Ponticelli che grazie all’immunità di cui ha beneficiato il suo business, mentre era dietro le sbarre e proprio in virtù del suo status di detenuto era esente dal pedaggio del pizzo, è riuscito a radicare un’importante attività di spaccio, in grado di richiamare clienti da diversi comuni limitrofi.
Lo spaccio era diversificato, coinvolgeva l’intera palazzina e ogni piano era dedito alla vendita di una tipologia di droga.
Al calar del sole fino all’alba, tutte le sere, anche durante il lockdown, un’autentica via crucis di tossici si recava alla corte del “nippolo”. Gli schiamazzi generati dal via vai di clienti animavano le notti dei tanti residenti in zona, stanchi di convivere con quella situazione che concorreva a ringalluzzire il degrado di uno dei rioni più datati della periferia partenopea.
Un’attività investigativa durata da anni e condotta principalmente dalla squadra anticrimine del locale commissariato, capeggiata dal sostituto commissario Vittorio Porcini, ora agli arresti domiciliari.
Proprio a quel poliziotto che si è battuto fino all’ultimo istante per contrastare l’attività di spaccio in quella sede, oggi, gli abitanti del Rione De Gasperi, rivolgono un pensiero: “avrebbe meritato di chiudere la carriera arrestando il nippolo”, affermano i tanti cittadini che testimoniano l’attaccamento al lavoro dell’ispettore, costretto ora a difendersi dall’accusa di corruzione.
Un lieto fine atteso ed invocato dai tanti lavoratori onesti del rione, stanchi di vivere sopraffatti dalle logiche della malavita.