«Non ci sono le condizioni epidemiologiche per abbassare le misure di contrasto alla pandemia, siamo all’ultimo miglio e non possiamo abbassare la guardia». Con queste dichiarazioni scioglie ogni dubbio, il ministro della Salute Roberto Speranza, nelle sue comunicazioni al Senato sul nuovo Dpcm con le misure anti-Covid che il governo si appresta a varare. L’indice Rt di trasmissione del virus, sottolinea il ministro, si appresta a tornare sopra 1 a livello nazionale.
Sventa, dunque, l’ipotesi di allentare le limitazioni, ma il governo si impegna a garantire «ristori congrui» alle categorie colpite. Ad impensierire sono soprattutto le varianti: Speranza annuncia la costituzione di un tavolo tecnico tra ministero e Iss.
«La bussola, per me, nella scrittura del prossimo Dpcm,- ha precisato Speranza nella comunicazione in Aula alla Camera – che sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile, deve essere sempre il principio di tutela e salvaguardia del diritto fondamentale alla salute, come sancito dalla nostra Costituzione, all’articolo 32. Nella battaglia a questo virus, che ci ha colpito così duramente, non dobbiamo avere esitazioni: limitare la diffusione del contagio fino a quando, con la campagna di vaccinazione, non argineremo definitivamente il Covid e le sue varianti, è il presupposto indispensabile per tornare a far crescere in modo stabile e sostenibile il nostro Paese.»
«È fondamentale mantenere un approccio di grande prudenza. Con questo livello di incidenza di casi abbiamo 5 regioni con terapie intensive sopra la soglia critica e l’Rt medio è 0.99, secondo ultimo rilevamento. Quindi l’Rt si avvia con le misure attualmente in vigore a superare la soglia di 1», spiega Speranza. ll prossimo dpcm «varrà dal 6 marzo al 6 aprile» e includerà, dunque, la festività di Pasqua del 5 aprile. La «bussola del nuovo dpcm – ha detto il ministro – sarà la salvaguardia del diritto alla salute».
«C’è l’impegno del governo a congrui ristori per le attività che stanno soffrendo – promette – Questo deve valere per le mie ordinanze che da ora andranno in vigore dal lunedì e per le misure regionali. Il prossimo dpcm varrà dal 6 marzo al 6 aprile e la bussola sarà la salvaguardia del diritto alla salute».
Nelle comunicazioni di Speranza trova spazio anche la questione Cts: «La proposta di un portavoce per il Cts può essere considerata positivamente», dice il ministro che ringrazia il Comitato tecnico scientifico e sottolinea che «tutto ciò che può essere fatto per renderlo più agile e tempestivo è sicuramente utile al nostro lavoro». Ed anche «l’idea di una comunicazione più univoca e l’ipotesi di un portavoce è una proposta che può essere considerata positivamente». «Differenziare le misure su base regionale – prosegue – ci consente di agire in modo proporzionale e ci ha permesso di non ricorrere ad altri lockdown generalizzati, mentre altri paesi Ue ne hanno fatti due o tre. Ritengo sia utile anche alla luce delle varianti, favorire un nuovo confronto in un tavolo tecnico tra Iss e Ministero per delineare il quadro in cui siamo».
«La presenza delle varianti condizionerà l’epidemia – spiega poi Speranza – la variante inglese è presente nel 17,8% dei casi e sarà presto prevalente e la sua maggiore diffusione rende indispensabile alzare il livello di guardia, ma fortunatamente non compromette l’efficacia dei vaccini. Le altre due varianti sono più insidiose per la ridotta efficacia dei vaccini. La loro diffusione è minore ma è necessario isolare i focolai».
Per arginare la pandemia resta in vigore il sistema dei “colori”, regolato su incidenza settimanale dei contagi, rischio e scenari. Oltre alle aree classiche a cui gli italiani si sono abituati nel corso delle settimane, di recente è stata introdotta anche la zona arancione rinforzata, con misure più severe.
Nella zona “arancione rinforzata, oltre ai provvedimenti già previsti a livello nazionale dal governo, ogni Regione può rafforzare le misure, come chiudere le scuole o limitare altre attività.