Considerato uno dei difensori italiani più forti degli anni ’70, nel corso della sua carriera aveva vestito le maglie di Inter, Bologna, Napoli e Pistoiese ed aveva rappresentato la Nazionale azzurra in 32 occasioni, prendendo anche parte ai Mondiali del 1974 e del 1978.
Volto noto a tutti gli appassionati di calcio, visto che una volta appesi gli scarpini al chiodo era diventato un apprezzato opinionista televisivo.
Ricoverato lo scorso 4 novembre, dopo aver contratto il covid-19, le sue condizioni si erano aggravate nel corso delle settimane successive al punto da rendere necessaria una doppia amputazione delle gambe.
La sua vicenda aveva commosso in tanti, ma lo stesso Bellugi, nel raccontare quanto gli era accaduto, ha sempre sfoggiato anche quell’ironia che l’aveva reso così amato da tutti.
“M’inventerò qualcosa, non voglio stare fermo. Magari potrei giocare a pallavolo…”.
Bellugi aveva spiegato che il Covid aveva aggravato una malattia preesistente.
Nel corso della sua carriera da calciatore, aveva segnato un unico goal: quello storico in Coppa dei Campioni contro il Borussia Monchengladbach del 3 novembre 1971 quando vestiva la maglia dell’Inter.
Proprio a quella rete ha ripensato subito dopo essere stato sottoposto all’intervento nei mesi scorsi.
“Mi ha tolto anche la gamba con cui feci goal al Borussia Monchengladbach”.
Bellugi verrà omaggiato domani pomeriggio, domenica 21 febbraio, prima del derby tra Milan e Inter, con un minuto di silenzio. Il volto dell’ex stopper nerazzurro comparirà sul maxischermo di San Siro.