Non si placano le polemiche in merito al murales realizzato in memoria di Ugo Russo, il 17enne ucciso da un carabiniere fuori servizio, al culmine di un tentativo di rapina mentre il militare in borghese era intento a parcheggiare l’auto, in compagnia della sua fidanzata, nei pressi del lungomare Caracciolo di Napoli.
Continuano ad infervorarsi i toni del dibattito, in seguito alla diffusione di una notizia che preannunciava l’intenzione del Comune di Napoli di diramare un’ordinanza per intervenire sul murale realizzato ai quartieri Spagnoli in memoria del 17enne e su un’altra opera analoga, realizzato in via Tribunali, che ritrae Luigi Caiafa, un altro giovane rapinatore che ha perso la vita in circostanze analoghe.
Il “Comitato Verità e Giustizia per Ugo Russo” ha diramato una nota in cui precisa che il murale è stato realizzato sulla facciata di un palazzo privato non vincolato, con l’autorizzazione scritta del Condominio.
“L’ordinanza, nel caso venisse prodotta, sarebbe una censura politica, non la si travesta di cavilli e ipocrisie”. Così replica il “Comitato Verità e giustizia per Ugo Russo”, all’iniziativa dell’Amministrazione comunale che ha annunciato un’ordinanza per la rimozione del murales a lui dedicato in piazza Parrocchiella Santa Maria Ognibene, nei Quartieri Spagnoli.
Il Comune ha dato la disponibilità a intraprendere una nuova opera “che non si presti a interpretazioni sbagliate”. Secondo il “Comitato Verità e giustizia per Ugo Russo” è “incomprensibile” l’affermazione secondo cui “il murales non è autorizzato: è realizzato sulla facciata di un palazzo privato non vincolato con l’autorizzazione scritta del condominio. Molti giorni prima di realizzarlo abbiamo seguito tutte le procedure previste, facendone comunicazione formale alla II Municipalità, alla Polizia Municipale e al Commissariato di polizia. Nessuno di questi enti ha ritenuto di dover porre obiezioni. E’ ipocrita e grottesco parlare di ‘decoro’ in piazza Parrocchiella ai Quartieri Spagnoli, tra palazzi dissestati anche di proprietà comunale, muri totalmente scrostati, impalcature perenni, assenza di strutture sociali pubbliche, discariche con l’amianto restate in strada anche due anni malgrado le petizioni raccolte, sprofondamenti del manto stradale a causa delle rotture nelle tubature dell’acqua. L’unica novità negli ultimi anni è il murales di Ugo che ha impedito l’accumulo su quel lato della piazza di sversamenti abusivi con incendi continui che arrivavano fino ai piani delle case. Dobbiamo dedurre che quando parla di ‘ripristino dello stato dei luoghi’, il Comune di Napoli intenda questo”.
Non solo, sulla scritta “Verità e Giustizia” il Comitato ribadisce che “sono valori che appartengono alla Costituzione della Repubblica. Altri significati appartengono evidentemente al campo di interpretazioni soggettive e discrezionali, alcune delle quali per quanto ci riguarda sono totalmente pretestuose, venissero pure da alte cariche istituzionali. Capiamo che magari non sia facile mettere la propria firma, motivandola sul piano dei contenuti civici, su un’ordinanza di censura di un murales che chiede semplicemente giustizia per la morte di un ragazzo di 15 anni mentre la persona che ha sparato è formalmente indagata per omicidio volontario, ma sarebbe almeno più onesto” conclude.