Durante il mese di dicembre 2020 l’attività del Vesuvio si è mantenuta su livelli bassi.
Sono stati registrati 100 terremoti con una Magnitudo massima=1.9±0.3. Di questi, 95 eventi (pari al 95% del totale) hanno avuto una magnitudo minore di 1.5, confermando un livello di attività sismica con energia molto bassa. Nel complesso, è stato possibile localizzare 78 terremoti (78% di quelli registrati) ubicati prevalentemente in area craterica con profondità che non superano 1.8 chilometri.
Piccole, impercettibili scosse alle quali gli abitanti del vesuviano sono ormai abituati, tant’è vero che non vengono neanche più avvertite dalla cittadinanza che, in ogni caso, ha imparato a non percepirle come presagio di pericolo, ma come un fenomeno normale e riconducibile all’attività vulcanica.
I dati delle reti di monitoraggio geodetico non evidenziano deformazioni riconducibili a sorgenti vulcaniche, ma solo ad effetti gravitativi, a processi di compattazione del materiale incoerente superficiale o a effetti locali che possono influenzare l’inclinazione del suolo. Le misure termografiche effettuate in area craterica mostrano un andamento stazionario della temperatura massima. Le analisi geochimiche effettuate sul bordo e sul fondo del cratere non evidenziano variazioni significative.
Lo stato di attività di un vulcano è monitorato attraverso l’osservazione di parametri geofisici e geochimici. Il rilevamento dei suddetti parametri e la loro misura sono effettuati attraverso tecniche di monitoraggio che si servono di reti di strumenti opportunamente progettati.
Al Vesuvio sono installati strumenti per il monitoraggio continuo della sismicità, delle deformazioni del suolo e delle emissioni di gas dal suolo e dalle fumarole. Inoltre si effettuano periodiche campagne per la misura di parametri geofisici e geochimici. I dati prodotti dagli strumenti in continuo e dalle campagne di misura sono analizzati da sistemi automatici e controllati ed interpretati dai ricercatori dei diversi settori.
ATTIVITà RECENTE DE VESUVIO – Allo stato attuale, il Vesuvio è caratterizzato dalla presenza di un sistema idrotermale, che alimenta un campo di fumarole all’interno del cratere ed è sede di una modesta sismicità rappresentata da alcune centinaia di piccoli terremoti per anno. Solo i maggiori di questi eventi sono avvertiti dalla popolazione residente nell’area. L’ultima eruzione si è verificata nel 1944, durante la seconda guerra mondiale, ed ha provocato molti danni e diversi morti. Nel periodo dal 1631 al 1944 le eruzioni sono state numerosissime, non meno di 50. Fonti storiche riportano che durante questo periodo l’attività sismica è stata intensa e le maggiori eruzioni sono state precedute da sciami di terremoti distintamente avvertiti dalla popolazione.